(COMUNICATO STAMPA 2 novembre 2023) AMIANTO ZERO. I Consiglieri reggiani di maggioranza chiedono di accelerare sull’obiettivo della completa rimozione: “Obiettivo alla nostra portata, purché si acceleri su formazione e coinvolgimento degli enti locali con risorse adeguate”.

Di amianto ci si continua ad ammalare. E il mesotelioma, in particolare, resta una malattia con scarse possibilità di sopravvivenza che tra il 2017 e il 2021 ha registrato in Emilia-Romagna una media di 152,6 casi annui e 57 nuove diagnosi nel 2023 da esposizione pregressa. “L’amianto manifesta i suoi nefasti effetti sulla salute ancora oggi, ad oltre 30 anni dalla legge che lo ha bandito in Italia – spiegano i Consiglieri regionali Roberta Mori (prima firmataria), Federico Amico, Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Ottavia Soncini – perciò facciamo nostro l’appello dell’Associazione regionale Famigliari delle Vittime e sostenuto dalla Cgil reggiana, per eliminarlo una volta per tutte dall’ambiente e dal territorio”. Questa, in sintesi, la richiesta portata in Regione con un atto ispettivo sottoscritto e depositato stamane.

“L’obiettivo ‘Amianto zero’ è alla nostra portata – dichiarano riferendosi anche al titolo del Convegno di Cgil e AFeVA Emilia-Romagna tenuto in Camera del Lavoro a Reggio Emilia lo scorso 11 ottobre – e lo è perché la nostra Regione è stata la prima nel’96 a censire i numerosissimi siti contenenti amianto, perché ha messo a regime procedure efficienti di segnalazione, di intervento e smaltimento, ma anche perché – sottolineano – il Piano amianto vigente punta sulla prevenzione e sul coinvolgimento attivo di istituzioni locali e parti sociali.”

Nell’interrogazione si legge che 31.321 edifici e 30.023 aziende sono stati bonificati nei decenni scorsi, mentre la più recente mappatura delle strutture pubbliche o di pubblico utilizzo ancora con amianto (1.198 siti) evidenzia che oltre l’80% è oggi bonificato con rimozione completa. Dei 220 edifici pubblici risultanti ancora contaminati, si stanno liberando dall’amianto 77 scuole e 22 edifici sanitari grazie ad un finanziamento di oltre 8 milioni. Se in passato molti interventi puntavano a incapsulare o confinare il materiale, oggi l’impegno del Piano regionale è di rimuoverlo in toto, sostenendo costi più elevati.

In un sistema basato su segnalazioni da parte di soggetti pubblici e privati – aggiungono i Consiglieri di maggioranza – è fondamentale sia la conoscenza delle norme che la consapevolezza del rischio e dunque, è necessario che di amianto si parli e si formino tutte le persone che entrano in contatto con il problema.” Al proposito l’interrogazione cita la Cabina di regia regionale istituita con funzioni di indirizzo e monitoraggio del Piano Amianto (ne fanno parte gli assessorati Salute e Ambiente, l’agenzia ARPAE, le organizzazioni sindacali, rappresentanti ANCI dei Comuni e delle AUSL), suggerendo di basarsi sulle sue competenze proprio per rendere capillare la formazione in materia di prevenzione del rischio e di sicurezza. L’atto chiede poi conto alla Giunta della mappatura da completare su tutti i siti anche privati, nonché della opportunità di stanziare risorse aggiuntive in sede di Bilancio per sostenere i costi della rimozione e avvicinare l’esito “amianto zero” in Emilia-Romagna.

“Dobbiamo accelerare sulla completa rimozione di questo materiale killer dal nostro territorio e al contempo occuparci degli aspetti sanitari, ovvero tenere aggiornato il Registro Mesoteliomi, assicurare la sorveglianza sanitaria diffusa e la tempestiva presa in carico delle persone malate senza arretrare sulla ricerca medica che, tra l’altro, vede nell’IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia un centro regionale di eccellenza.” – concludono.