(Agosto 2023) Nel nostro Paese i salari reali delle lavoratrici e dei lavoratori sono calati più che altrove (-7,5% rispetto al pre-pandemia a fronte di una media Ocse di -2,2%) e oltre tre milioni di persone pur lavorando sono povere. Ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e non adeguati al costo della vita è diventato urgente dopo le crisi determinate dal Covid e dall’inflazione energetica che si è rapidamente estesa ai beni primari. Ecco perché le opposizioni sono unite per introdurre in Italia, con legge, una misura di dignità per una giusta retribuzione, contro il lavoro povero, già attiva in 21 Paesi dell’Unione Europea. Il muro ideologico del Governo Meloni va superato rapidamente e il miglior modo per riuscirci è firmare la petizione popolare che sostiene la nostra proposta di salario minimo legale.

Proponiamo che il trattamento economico minimo non possa essere inferiore ai 9 euro all’ora, anche per i parasubordinati e gli autonomi, rafforzando al tempo stesso il ruolo fondamentale dei contratti collettivi firmati dalle associazioni sindacali e datoriali più rappresentative. Sul sito https://www.salariominimosubito.it/ si trovano i testi, le fonti e molte informazioni sul tema. Quasi trecentomila sono le firme raccolte online in questi giorni di agosto e molti banchetti per la sottoscrizione cartacea sono già allestiti nelle Feste dell’Unità, a cominciare dalla Festa di Reggio Emilia.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sottolinea che il salario minimo ha un importante effetto positivo sulla riduzione delle disuguaglianze e agisce non solo su lavoratrici e lavoratori direttamente interessati dal nuovo livello salariale ma anche su coloro che sono vicini al minimo, che solitamente vedono anch’essi un aumento a cascata delle loro retribuzioni. Su tutto, ricordiamo e ribadiamo che senza lavoro dignitoso non ci potrà essere crescita, ma solo povertà diffusa e moltiplicazione di quelle forme di sfruttamento indegne di un Paese civile.