Un atto di indirizzo collegato all’Assestamento di bilancio, a mia prima firma, rilancia la necessità di finanziare servizi e farmaci per la salute femminile e di rendere operativa la gratuità della pillola anticoncezionale. Vanno superati ritardi e sottovalutazioni che, come nel caso dell’endometriosi, producono gravi quanto evitabili sofferenze. La Regione è impegnata con risorse proprie ma il Governo nazionale si deve assumere la propria responsabilità, a cominciare dallo stanziamento richiesto da AIFA. Ecco di seguito il mio intervento in Aula di presentazione dell’Ordine del giorno, poi approvato a maggioranza.
(25 luglio 2023) ORDINE DEL GIORNO Collegato a 6990 – Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”.
Nel solco dell’impegno che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo per rafforzare un solido impianto antidiscriminatorio ed un sistema di servizi sociosanitari fondato sulla centralità della persona, per l’approccio preventivo e personalizzato della medicina di genere introdotto dalla L.R. 6/2014 diretto a garantire parità di trattamento e di accesso alle cure con particolare riguardo alle differenze di genere e relative specificità, l’Ordine del Giorno che proponiamo oggi è un aggiornamento degli impegni assunti dalla Risoluzione approvata lo scorso gennaio sull’endometriosi, come declinazione del più ampio e fondamentale diritto alla salute ex art. 32 della Costituzione.
Ciò di cui parliamo con questo Ordine del giorno sta tutto qui: in Emilia-Romagna vogliamo una presa in carico adeguata delle reali esigenze di salute, vogliamo che le persone non siano lasciate sole o in balia di ritardi culturali o mancati investimenti; vogliamo che donne e uomini siano presi in carico alla pari, che significa superare una volta per tutte la storica neutralità di approccio negli studi e nelle ricerche farmacologiche, nella formazione medica e nei protocolli sanitari. In Emilia-Romagna ci stiamo impegnando da tempo a contrastare stereotipi, ritardi e sottovalutazioni nella diagnosi dell’endometriosi che condannano, in particolare le ragazze e le donne, a sopportare sintomi dolorosi e incurie che sarebbero evitabili. Il dolore per la donna non è un destino.
Ebbene, le donne affette da endometriosi (circa 3 milioni nel Paese) soffrono forme di dismenorrea particolarmente acute e invalidanti, tanto che proprio il dolore mestruale è indicato tra i sintomi di questa patologia diffusa, purtroppo in crescita e che, se trascurata, può essere invalidante e ripercuotersi gravemente sulla salute riproduttiva oltre che sulla qualità di vita. Di fronte dunque ad una malattia tutt’altro che banale che riguarda milioni di donne e ragazze e che incide sulla fertilità, serve un riconoscimento del Servizio sanitario nazionale ed una presa in carico all’altezza; ovvero, un sistema diagnostico di prossimità, aggiornato e tempestivo, l’effettiva accessibilità ad esami di controllo e specialistici, l’introduzione nei Livelli Essenziali di Assistenza ed esenzione delle spese, anche farmacologiche, inerenti tutti gli stadi della patologia, non soltanto gli stadi clinici più avanzati “III grado” e “grave o IV grado” come è oggi. Al proposito, l’Ordine del Giorno sottolinea che dagli studi e pratiche ginecologiche risulta scientificamente dimostrata una riduzione dello stato infiammatorio tipico dell’endometriosi se si assumono progestinici. Abbinati o meno ad altri trattamenti ormonali, i progestinici orali (anticoncezionali) risultano efficaci a trattare e a prevenire stadi degenerativi della malattia.
Ecco perché, ad aprile scorso, la presa di posizione di AIFA e il parere del Comitato Prezzi e Rimborsi dell’Agenzia del Farmaco, favorevoli alla gratuità della pillola anticoncezionale orale, hanno dato una speranza alle donne: perché si tratta certamente di una misura di uguaglianza ed equità di genere in materia di salute che va a beneficio di tutte nell’ottica di una procreazione sana e responsabile; e perché rappresenta anche una risposta concreta alle pazienti affette da endometriosi. Ma da questo Governo è arrivata una delusione, l’ennesima, dopo che già si è resa evidente la sua volontà di non coprire i costi della Sanità pubblica ed universalistica per mantenerne gli standard ai livelli medi OCSE ed europei; dopo che mette a rischio gli investimenti del PNRR per le strutture sanitarie e l’innovazione strumentale; dopo che lascia andare in deficit, causa i mancati rimborsi Covid e i mancati sostegni delle spese energetiche, i bilanci sanitari di ben 15 Regioni su 21. Volevamo lo stesso sperare in un segno di attenzione del Governo alla salute femminile, nonostante abbia lasciato nel cassetto il Piano nazionale per la diffusione della medicina di genere, abbia escluso le esperte dal recente Tavolo del Ministero per la Sanità territoriale e non passi giorno senza una dichiarazione sessista e lesiva dei diritti e libertà delle donne. A significare che non basta una donna al vertice per fare politiche a favore delle donne. Purtroppo però, interpellato con una question time del Partito Democratico alla Camera lo scorso 18 luglio, proprio in merito allo sblocco delle risorse necessarie alla gratuità della contraccezione ormonale, il Ministro Schillaci ha risposto in modo inconcludente: ha rinviato ad ulteriori valutazioni del tavolo tecnico Aifa-Conferenza delle Regioni e delle province autonome, istituito presso Aifa, e scaricato di fatto su difformità e complessità tecniche la responsabilità politica del mancato stanziamento; ciò, nonostante sulla spesa farmaceutica convenzionata 2022 ci siano state risorse non spese pari a 727 milioni a cui si potrebbe attingere.
Nonostante tutto, non perdiamo né la speranza né la determinazione. Ricordo che in attuazione degli impegni assunti anche in quest’Aula questa Regione ha rafforzato e potenziato l’organizzazione dei servizi e delle strutture fondata sulla multidisciplinarietà e sull’integrazione dei Percorsi diagnostici-terapeutici per dare un’assistenza appropriata che permetta di minimizzare l’incidenza e le complicanze della malattia, valorizzando la Rete dei Centri di referenza regionali per l’endometriosi di I, II e III livello, che sono complessivamente 16 e sono presenti in tutte le province da Piacenza a Rimini. Dando seguito alla petizione popolare “per la salute di tutte le donne superiamo l’endometriosi”, all’audizione di associazioni e attiviste in Commissione parità e in Commissione politiche per la salute e soprattutto alla nostra Risoluzione, la Giunta ha promosso e sostenuto (come da Risoluzione appunto) le campagne di sensibilizzazione “Non è normale che faccia così male”, co-progettate e realizzate in collaborazione con le promotrici della petizione popolare; ha monitorato e implementato i PTDA esistenti, proprio al fine di garantire un’assistenza appropriata e tempestiva che permetta di minimizzare l’incidenza e le complicanze della malattia, considerato poi che i maggiori costi per diagnosi tardive e trattamenti non appropriati gravano comunque sulla spesa sanitaria pubblica e consumano risorse ingenti che potrebbero essere reinvestite in strategie ben più efficaci.
Ciò che non riusciamo a fare oggi è sostituirci ancora una volta allo Stato per colmare il vuoto di aggiornamento e finanziamento dei LEA e gratuità dei progestinici, pur avendo esplorato la possibilità visto che già assicuriamo la gratuità fino a 26 anni e in altre circostanze. Care Colleghe e Colleghi, l’Ordine del Giorno odierno non è altro che un passo di coerenza rispetto ad un impegno che dovrebbe essere – ed in parte è già – condiviso in modo bipartisan. Impegniamo la Giunta a far valere il coordinamento del tavolo Salute in sede di Conferenza delle Regioni affinché le spese anche farmacologiche inerenti tutti gli stadi dell’endometriosi rientrino nei LEA e affinché si renda operativa la gratuità della contraccezione ormonale per tutte le donne, così come stabilito dai Comitati di AIFA. Impegniamoci, ciascuno, a fare la propria parte per il benessere delle ragazze e delle donne, che è leva di maggiore benessere per tutta la società. Grazie.
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