La nomina “a tempo” del generale Figliuolo a Commissario straordinario e il tardivo quanto insufficiente stanziamento nazionale non risolvono le urgenze e tanto meno la ricostruzione. La Romagna e tutta la Regione sarà ancora a lungo alle prese con le gravissime conseguenze degli allagamenti, delle frane e dei danni ingenti subìti da almeno 70.300 edifici, da molte migliaia di attività agricole ed economiche, dai beni culturali e ambientali presenti nei territori colpiti dal disastro climatico. Nel frattempo la nostra raccolta fondi regionale è arrivata a oltre 49 milioni grazie alla straordinaria generosità diffusa. Si destineranno circa metà di tali risorse a misure di sostegno diretto delle popolazioni colpite, a partire da contributi per l’acquisto di veicoli in sostituzione di quelli distrutti, una misura non coperta dai decreti nazionali; il resto dei fondi andrà a finanziare interventi urgenti di ripristino del patrimonio pubblico come scuole e impianti sportivi.

A fronte di almeno quasi 9 miliardi di danni in Emilia-Romagna, non ci possono soddisfare i 4 miliardi e mezzo stanziati dal Decreto 88/2023 del Governo, che dovrebbero coprire gli interventi e risarcimenti anche per le popolazioni alluvionate di Marche e Toscana e per un intero triennio, fino al 2025. Per corrispondere a quanto già speso da Comuni e privati e solo per realizzare le opere urgenti servirebbero ora circa 1,9 miliardi. Purtroppo questo Decreto, arrivato tardi, non copre gli indennizzi promessi per la ripartenza e neppure prevede il credito d’imposta per la ricostruzione. Come ha fatto il Presidente Bonaccini, anche noi consigliere e consiglieri del Gruppo PD regionale abbiamo ribadito la piena collaborazione con il Commissario per la ricostruzione Figliuolo (nominato solo fino a giugno 2024) e la volontà di dare una mano condividendo se possibile con lui e la sua struttura la strategia complessiva di intervento. Il coinvolgimento degli Amministratori locali e regionali non appare semplice dato l’assetto molto centralistico, che prevede che il Commissario si limiti ad informare “con cadenza semestrale” la «cabina di coordinamento» composta dai capi dipartimento di Protezione civile e Casa Italia, dai presidenti delle Regioni, dai sindaci metropolitani e da rappresentanti di Anci e Upi.

Nel dramma generale, una vera criticità è rappresentata delle perdite e danni subiti dalle aziende agricole e agroalimentari, in particolare nelle provincie di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, al centro di una specifica informativa in Commissione dell’Assessore Mammi. Inoltre una interrogazione immediata in Aula che ho sottoscritto con la collega Montalti affronta il tema delle risorse da reperire per queste imprese. Dal Fondo Europeo di riserva del settore agricolo l’Emilia-Romagna ha avuto i primi 60 milioni di euro per risarcire alcuni danni, ma resta fondamentale l’utilizzo di tutte le norme e le risorse per la sospensione di pagamenti di imposte e mutui e per l’attivazione di tutte le tutele ai lavoratori. Ricordo che sul territorio coinvolto dall’alluvione sono quasi 21.000, il 49% dell’intera regione e vi lavorano oltre 23.000 addetti, quasi il 39% del totale regionale del comparto. Oltre a singole perdite di fatturato in circa 2.800 punti vendita alimentari, la produzione agricola lorda vendibile subirà una perdita di oltre 1,5 miliardi di euro. Oggi abbiamo accertato le somme da risarcire e le necessità per le 8.000 aziende danneggiate direttamente di cui quasi 3.000 colpite da eventi franosi. Il limo depositato sui campi rappresenta la prima causa di rovina definitiva di numerose coltivazioni. In totale parliamo di oltre un miliardo di danni nel comparto romagnolo di agricoltura caccia e pesca. L’obiettivo della Regione è ottenere un indennizzo e il risarcimento immediato per tutte le aziende e agricoltori danneggiati, senza il quale non sarà possibile ripartire e mantenere un reddito. Di pari passo va avviata la ricostruzione, adeguata a mitigare e ad adattarsi al cambiamento climatico. Un aspetto, questo, di cui si parla troppo poco.

Di fronte a tali calamità la condivisione è tutto e continueremo a rappresentare le esigenze dei territori alla struttura commissariale in un’ottica di leale collaborazione tra Istituzioni che non dovrebbe essere unilaterale.