A quasi due mesi dalla prima dichiarazione dell’emergenza nazionale alluvione e dopo le passerelle in Romagna dei vari esponenti governativi, lo Stato si è fatto di nebbia e non ha trasferito un euro al nostro territorio per risarcimenti e ripristini. Il Governo è chiamato a dare risposte concrete e assumersi le proprie responsabilità. Ora. Durante i lavori dell’Assemblea abbiamo denunciato alla stampa i ritardi e approvato una Risoluzione che sollecita il Governo Meloni ad un impegno preciso rispetto al pieno indennizzo del 100% per le famiglie colpite e per le imprese; e chiede di superare la gestione in emergenza con uno specifico decreto che incardini tutti i provvedimenti necessari, facendo perno sulla Regione Emilia-Romagna esattamente come avvenuto per il terremoto del 2012 e per le precedenti emergenze nazionali.

(CONFERENZA STAMPA DEL GRUPPO PD, 20 giugno 2023) L’alluvione è stato un evento di portata eccezionale, mai riscontrato in passato, con 23 corsi d’acqua esondati, 541 kmq di aree completamente allagate (come 8000 campi da calcio), 1047 frane censite. Serviranno quasi 9 miliardi di euro per ripristinare e risarcire i danni. Una cifra enorme, che evidentemente non può gravare sulle sole spalle di comuni e Regione, che si stanno facendo in quattro in prima linea da inizio emergenza. Questo è il momento di superare la gestione emergenziale e per farlo serve un decreto che definisca risorse certe, tempi rapidi e modalità lineari di attuazione della ricostruzione.

Come consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna in rappresentanza delle nostre comunità chiediamo al Governo di agire, dare delle risposte, dimostrare di avere compreso la tragedia che stanno vivendo le famiglie che hanno perso tutto, le imprese gravemente colpite, le istituzioni locali e i sindaci, che in maniera infaticabile stanno lavorando giorno e notte per il territorio. Non chiediamo nulla che non sia dovuto a cittadini e imprese che pagano le proprie tasse e che negli anni hanno sempre contribuito in maniera solidale, come proprio di un Paese civile e unito, a tutte le opere di ricostruzione post catastrofi naturali. Chiediamo infine rispetto per i cittadini. Il temporeggiare del Governo sembra invece non rispettare la dignità degli emiliano-romagnoli, squalificando il dibattito pubblico e la delicatezza della situazione: sulla loro pelle temiamo che ci sia chi sta solo pensando a costruire una campagna elettorale anticipata.

Ci rivolgiamo direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: dopo le passerelle è il tempo del lavoro e della responsabilità. Al momento le uniche risorse certe sono solo i 30 milioni di euro attribuiti con la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, la Regione e gli Enti locali hanno anticipato tutto quanto indispensabile ai primi ristori e cantieri urgenti. Ai ritardi, agli attacchi indegni sui social fatti da esponenti del governo e dei partiti di maggioranza e uscite infelici di ministri (“il governo non è un bancomat”) e vice-ministri a cui sfugge il senso delle istituzioni e della fiducia tra istituzioni, rispondiamo che non c’è più spazio per la demagogia. Gli emiliano-romagnoli sono abituati alla concretezza, ai fatti. Qui ci si tira su le maniche e si lavora: ora deve esserci spazio solo per ridare una vita serena ai cittadini e alle imprese dell’Emilia-Romagna.

La stima dei danni, basata sulle ricognizioni di enti super partes, Autonomie locali e categorie, ammonta dunque a quasi 9 miliardi, fra i quali si contano: 1,2 miliardi per le 14.200 imprese colpite, 1,1 miliardi alle 12mila imprese agricole in termini di produzione, ripristini fondiari, terreni e animali persi o danneggiati e 2,1 miliardi per cittadini privati e famiglie. Col Decreto-Legge 1° giugno 2023 ancora al vaglio del Parlamento i due miliardi stanziati sono solo parole. Manca ad oggi quello che hanno chiesto a Roma in più tavoli non solo il presidente Bonaccini ma tutti gli Amministratori locali coinvolti per dare indennizzo, ripristino di infrastrutture vitali e soprattutto futuro alle comunità colpite, ovvero un investimento doveroso nella ricostruzione all’insegna della prevenzione, all’altezza delle ferite del territorio e delle sofferenze di quanto lo abitano. Qui GLI AGGIORNAMENTI E MISURE SUL SITO DELLA REGIONE. VEDI ANCHE: