(14 maggio 2023) Raccogliendo l’appello della onlus Società della Ragione con la campagna “Madri fuori”, abbiamo incontrato le donne detenute nella sezione femminile del Carcere di Reggio Emilia. Una Festa della Mamma fuori da ogni retorica. Con il Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri, il presidente della Commissione regionale Parità e Diritti Federico Amico, il collega Andrea Costa, abbiamo voluto offrire loro ascolto e solidarietà, prendere impegni per sostenere il loro diritto a coltivare gli affetti e a mantenere i rapporti con i propri figli. Con un atto sottoporremo alla Giunta la discriminazione che subiscono sotto il profilo formativo e di reinserimento al lavoro.
Un’iniziativa accolta con favore dalle 11 donne presenti nella casa circondariale, che ci hanno raccontato le loro storie e condizioni. Abbiamo aderito alla campagna di sensibilizzazione perché il tema della dignità e dei diritti fondamentali delle donne in carcere va affrontato in modo ampio, umano e profondo; e per opporci a iniziative legislative come quella avanzata dal senatore di Fratelli d’Italia Cirielli, che nel corso di un dibattito parlamentare finalizzato al definitivo superamento dell’ingiustizia dei “bambini dietro le sbarre” ha proposto di stravolgere l’articolo 27 della Costituzione e togliere la responsabilità genitoriale alle donne condannate in via definitiva in quanto “madri indegne” o “madri degeneri”».
Questa aggressione ai diritti delle madri detenute colpisce culturalmente tutte le donne, contrasta con il principio costituzionale per cui la pena è finalizzata al reinserimento sociale, rappresenta un attacco frontale alla visione di società inclusiva, tollerante, rispettosa e accogliente delle differenze. Dalla visita alla sezione femminile di via Settembrini emerge con evidenza come la parità di genere sia un obiettivo anche nella vita in carcere. Le donne detenute, trattandosi di una minoranza esigua, pari a circa il 4% della popolazione carceraria, spesso subiscono svantaggi sia in termini di organizzazione penitenziaria sia nei percorsi di formazione. Non abbiamo a che fare con numeri, ma con persone che si vedono negare l’accesso ai loro diritti. Il tema delle pari opportunità, con le esigenze specifiche del mondo femminile come la maternità, la salute e la reintegrazione, sia familiare sia lavorativa, deve far parte della vita carceraria.
In Emilia-Romagna sono cinque gli istituti penitenziari che ospitano detenute donne (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza e Forlì) per un totale di 153 (su 3.407 complessivi). Per loro e nell’interesse dei loro figli minori vanno assunte misure alternative di pena dove è possibile, scongiurando sia la presenza in carcere di bambini e bambine, sia la sottrazione della cura alle madri. Abbiamo aderito all’iniziativa “Madri fuori” anche a Bologna con la consigliera PD Marilena Pillati, a Modena con le colleghe regionali democratiche Palma Costi e Francesca Maletti, a Piacenza, dove hanno fatto visita alla sezione femminile le assessore comunali Nicoletta Corvi e Serena Groppelli insieme alla Garante dei detenuti Maria Rosa Ponginebbi. La onlus Società della Ragione denuncia che «sulla scia della presa di posizione del senatore Cirielli è stata avviata una vera e propria campagna contro le donne che, con accenti razzisti e neo-lombrosiani, delinea la strada che il governo intende seguire sulle pene, sulla tortura, sul carcere. Le donne, i loro diritti, tornano al centro di una politica aggressiva, violenta e lesiva dei diritti fondamentali, la destra ancora una volta mette le mani sulla libertà e la dignità delle donne e ripropone il suo peggior immaginario patriarcale del femminile e del materno».
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