(27 marzo 2023) Sostegno e promozione, riconoscimento e collaborazione paritaria. Sono gli obiettivi del progetto di legge regionale per il Terzo settore e l’amministrazione condivisa, emendato e approvato oggi in Commissione Politiche sociali. Manca soltanto il passaggio in Aula, la prossima settimana, per poter offrire al mondo del no profit e del volontariato un quadro certo di riferimento, che va a colmare lacune e difficoltà generate dall’applicazione della riforma nazionale del 2017.
Con questa iniziativa delle Consigliere e Consiglieri di maggioranza – a cominciare dalla relatrice PD Francesca Maletti e dal primo firmatario Federico Amico di E-R Coraggiosa – la Regione Emilia-Romagna interviene, innanzitutto, riconoscendo il ruolo e il valore sociale e solidaristico svolto dal Terzo settore, la sua capacità di attivare energie di Comunità senza le quali lo Stato, i territori… tutti noi, saremmo molto più poveri. Contribuiamo così ad attuare pienamente il principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla Costituzione. E lo facciamo forti di un lungo percorso di ascolto e confronto con associazioni, Amministrazioni e portatori di interesse incontrati in tutte le province.
La legge introduce Linee guida operative per l’amministrazione condivisa, ovvero per arrivare ad un raccordo strutturale fra Terzo settore ed enti pubblici, necessario a sua volta a co-progettare servizi di prossimità ed integrare le attività; una formazione specifica congiunta tra operatori/trici pubblici e sociali e crediti formativi per i/le volontari/e; istituisce il Fondo per l’innovazione sociale, che finanzia processi e progetti rispondenti ai bisogni espressi dalle comunità locali in modo più appropriato e innovativo in quanto frutto di una collaborazione paritaria tra amministrazioni pubbliche e Terzo settore; istituisce il Consiglio regionale del Terzo settore (che sostituirà l’attuale Conferenza) partecipato anche da soggetti finora esclusi come i Centri di servizio del volontariato (CSV), gli stessi Enti locali e l’Assemblea legislativa. Il Consiglio sarà affiancato da un Osservatorio che condurrà analisi e approfondimenti sulle iscrizioni al Registro unico nazionale e sui processi di amministrazione condivisa attivati nei territori.
Non da ultimo, questa legge semplificherà la vita alle organizzazioni del Terzo settore, anche le più piccole, chiarendo una volta per tutte gli aspetti burocratici e garantendo sul territorio regionale gli stessi vantaggi in materia di urbanistica e uso dei beni pubblici. Per esempio, le associazioni non saranno più obbligate a cambiare la destinazione d’uso degli spazi che utilizzano, così come saranno esonerate dal contributo di costruzione. Inoltre, gli enti no profit diventano destinatari privilegiati per la concessione in comodato o a canone calmierato di beni mobili e immobili di proprietà pubblica. Si stabilisce poi che dopo l’iscrizione al Registro unico del Terzo settore, la documentazione consegnata e aggiornata periodicamente non dovrà essere richiesta altre volte.
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