(8 marzo 2023) Si concretizzano in questo periodo alcune misure che abbiamo voluto a rafforzamento delle libertà, diritti e opportunità femminili. Tra gli attori coinvolti in Emilia-Romagna ci sono imprese, insegnanti, mediatrici e mediatori culturali, Comuni e centri antiviolenza. Inoltre la Conferenza dei/delle Presidenti delle Assemblee legislative regionali ha licenziato all’unanimità il Documento di impegno trasversale in tema di parità ed uguaglianza di genere discusso a Bologna lo scorso 20 gennaio. Affinché l’uguaglianza sostanziale diventi realtà e le donne non debbano più pagare i prezzi sociali più alti, occorre disseminare equità e cultura paritaria ogni giorno, vincere pregiudizi e resistenze patriarcali al cambiamento. Abbiamo bisogno di tutte le competenze per una politica efficace contro le diseguaglianze di genere e la Regione Emilia-Romagna va avanti sul cammino organico tracciato dalla nostra Legge quadro 6/2014.
Il lavoro e l’autonomia economica, lo sappiamo bene, rappresentano una leva fondamentale sia per superare discriminazioni e prevenire violenze, che per rilanciare la natalità. Per questo il Fondo regionale per l’imprenditoria femminile 2023 ha di fatto raddoppiato le risorse. C’è ancora tempo fino al 28 marzo per fare domanda sul bando dedicato che mette a disposizione 3 milioni di contributi a fondo perduto per lo sviluppo e il consolidamento di attività imprenditoriali a conduzione femminile. Questo sostegno è strutturale, lo abbiamo infatti inserito nella Legge quadro per la parità e può contare su fondi europei FESR di cui disponiamo; così come, dopo la sperimentazione dell’anno scorso, è diventato strutturale il reddito di libertà per le vittime di violenza, finanziato a bilancio quest’anno con 1,3 milioni. L’aiuto economico è assegnato alle donne più in difficoltà su indicazione dei Centri antiviolenza che le hanno in carico.
La formazione di genere è un’altra leva di emancipazione essenziale in ogni ambito, a cominciare da quello educativo. Parte il 17 marzo un primo corso che, sulla base dell’accordo triennale con l’Ufficio scolastico regionale, formerà insegnanti e personale scolastico in tema di “Educazione alle pari opportunità con particolare riferimento al superamento degli stereotipi di genere”. Sono al momento 145 le adesioni di docenti del secondo ciclo di istruzione e formazione; c’è tempo fino al 10 marzo per iscriversi ai Webinar tematici e al percorso in e-learning sulla piattaforma SELF della Regione Emilia-Romagna.
Il 5 aprile inizierà il primo corso sui temi della pari dignità tra uomo e donna rivolto a circa 120 mediatrici e mediatori culturali. Un’iniziativa importante introdotta con l’ultimo Piano regionale antiviolenza tra le azioni di prevenzione e protezione che coinvolgono i Servizi territoriali, per intercettare pratiche quali i matrimoni forzati o precoci, per un sostegno sempre più adeguato in particolare alle giovani di altre culture che subiscono soprusi anche in famiglia. Forte di un accordo tra Regione ed Anci Emilia-Romagna, il corso affronta le varie discriminazioni cui sono esposte le donne migranti e immigrate, con l’obiettivo di fornire strumenti aggiornati e mirati di relazione interculturale. Le formatrici sono esperte e studiose provenienti da tre Associazioni Antiviolenza: Nondasola Reggio Emilia, MondoDonna Bologna, Trama di terre Imola.
Ancora complesso, dopo la pandemia, è il quadro dei gap di genere e delle potenzialità femminili inespresse (QUI UNA SINTESI DEI DATI E-R). Troppo precarizzato il lavoro, troppo poche le donne che accedono ad una formazione e occupazione di qualità. La non condivisione delle responsabilità di cura è un nodo irrisolto che richiede da parte dello Stato investimenti in infrastrutture sociali, congedi parentali paritari retribuiti di almeno tre mesi e finalmente una legge nazionale a beneficio del caregiving familiare. Per parte nostra prosegue l’impegno, nell’ambito del Patto regionale per il lavoro e il clima, a far convergere risorse e interventi su obiettivi di welfare e sviluppo egualitari. Un passo alla volta, attueremo tutte le politiche per la parità e contro le discriminazioni di genere che ci siamo dati, che contribuiscono a liberare le donne dai gioghi che ancora le opprimono.
Dicevo del Documento approvato, all’unanimità, dai/dalle Presidenti dei parlamenti regionali, che trae ispirazione dall’esperienza dell’Emilia-Romagna grazie al lavoro della Coordinatrice nazionale delegata alle pari opportunità, Emma Petitti. L’agenda condivisa si articola in quattro punti: una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini contro la violenza sulle donne; la valorizzazione delle buone pratiche attuate in materia di parità di genere e pari opportunità; l’istituzione, presso l’Assemblea legislativa di ogni Regione e Provincia autonoma, della commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini; l’introduzione o il rafforzamento di meccanismi o istituti assembleari per valutare l’impatto di genere di provvedimenti legislativi e amministrativi, al fine di migliorare la qualità e l’efficacia delle norme regionali rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, della Strategia europea per la parità di genere e della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Nella Giornata internazionale della Donna ed ogni giorno, il pensiero e il sostegno delle Democratiche dell’Emilia-Romagna va a tutte coloro che si battono in ogni angolo del Pianeta per affermare il diritto di essere, di vivere, di studiare, di lavorare e di amare.
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