(Marzo 2023) Continuiamo ad investire nella nostra “biodiversità culturale” e nei saperi della tradizione! Con una Risoluzione abbiamo impegnato la Giunta a contribuire al riconoscimento Unesco del ballo Liscio e del folklore emiliano-romagnolo, quale patrimonio immateriale tutelato, dando seguito a numerose iniziative già intraprese nelle scorse legislature e anche con la recente legge di sostegno ai Carnevali storici che, con coerenza, valorizzano la cultura popolare dell’Emilia-Romagna.
Infatti, “il patrimonio culturale non è solo monumenti e collezioni di oggetti ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura, artigianato tradizionale. Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra.” (UNESCO ITALIA)
Se si dice Liscio si pensa subito alla Romagna e allo sviluppo nella nostra regione, dal dopoguerra, della “scuola” di Secondo Casadei. Non tutti sanno che il ballo liscio si diffonde e si consolida già nell’800 con una scuola emiliana, una romagnola e una bolognese (la Filuzzi). Intervenendo in Aula ho ricordato la storia di Santa Vittoria di Gualtieri, il paese dei cento violini, dove lavoravano numerosi braccianti agricoli e famiglie della bassa reggiana che, ballando, suonando e componendo musiche originali di matrice mitteleuropea, hanno lottato per il proprio riscatto e per l’emancipazione sociale delle Comunità. La Risoluzione impegna a promuovere “attraverso bandi, finanziamenti e iniziative culturali, la diffusione del ballo liscio soprattutto tra i giovani” e sui portali web ufficiali, sia informativi sia turistici, della Regione in collaborazione con gli enti locali. Il riconoscimento dell’Unesco, che vede l’assessorato regionale alla Cultura già attivo presso il Ministero per la candidatura ufficiale, avrebbe una risonanza internazionale e produrrebbe un ritorno positivo di immagine e un impatto economico, culturale, turistico oltre che occupazionale nel settore musicale in Emilia-Romagna. Non a caso, riconoscendone la tipicità e il valore, artisti italiani di fama appoggiano la candidatura.
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