(Febbraio 2023) Giustizia sociale e giustizia climatica sono oggi inscindibili. Così come lo sono diritti sociali e diritti civili: chi li mette in ordine di importanza vuole solo renderli negoziabili. Di fronte a questa destra reazionaria e immersi come siamo in transizioni epocali, nessuna timidezza politica o compromesso al ribasso è accettabile. La candidata Segretaria del PD Elly Schlein porta l’energia e la visione giuste per voltare pagina. Ecco le proposte per cambiare il Partito e rendere efficace la nostra lotta a tutte le diseguaglianze.

Disuguaglianze e discriminazioni opprimono le potenzialità di giovani, donne e interi territori. Stiamo vivendo il più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra, con la ricchezza nelle mani del 5%, con 6 milioni di persone in Italia già povere e una caduta dei salari reali pari al 6,6% nel 2022. Guardi questi pochi numeri chi ritiene che non serva un cambiamento radicale di proposta, chi spera di poter restare nell’alveo rassicurante della politica del centro sinistra anni novanta. Ma cos’è cambiamento e radicalità? nient’altro che riformismo, ovvero ciò che serve a correggere in senso democratico le storture createsi dopo decenni di incuria e sottovalutazioni al potere, nel mondo, in Italia, in Europa. E proprio l’Europa è il livello minimo della sinistra sociale e pacifista che si allea per emancipare le persone dal bisogno e dalla paura. L’Unione europea sinora non è stata mai “abbastanza”, mai all’altezza dei suoi valori fondativi… un Partito progressista che guarda al futuro, agisce e costruisce alleanze per realizzare l’Europa dei diritti e per far sì che sia forte e unita abbastanza da contrastare egoismi, strapoteri, guerre e autoritarismi, a cercare e trovare vie di pace duratura.

Il nostro compito è quello di scrivere insieme una storia nuova, sulle stesse pagine della Costituzione antifascista lasciate bianche dalle donne e uomini che la scrissero. Tutte le persone che non si rassegnano alle ingiustizie possono fare la differenza mettendo insieme le loro idee ed energie. Per questo occorre un Partito Democratico attrattivo, accogliente, diverso. Un Partito, cioè, che valorizza l’intelligenza collettiva, che riconosce i propri errori del passato e sa superarli, che si dà una leadership plurale fondata sul rispetto reciproco. Perché un partito fatto solo di eletti o di elette non è la risposta alla crisi di credibilità, né garantisce da incrostazioni e correnti di potere. Una risposta utile a evitare logiche correntizie è invece dare peso agli iscritti e ai Circoli, interpellarli sui programmi e sulle candidature, formare con generosità le persone alla pratica politica, valorizzare il protagonismo e l’autonomia dei Giovani democratici e della Conferenza delle Democratiche. Una democrazia deliberativa all’interno rafforza il sistema democratico del Paese.

Essere di parte non significa fare solo testimonianza, la sinistra è cambiamento che intercetta le domande sociali. Per opporci alla destra che oggi, complice l’astensionismo dilagante, vince “facendo la destra” anche in Lazio e Lombardia, dobbiamo non solo cambiare in modo tangibile il modo di fare politica e i rappresentanti con cui ci proponiamo all’elettorato: occorre eliminare le ambiguità dalle nostre battaglie. La Sanità pubblica, il welfare universalistico, non sono un costo ma un investimento. Vogliamo difendere la sanità pubblica da tagli e privatizzazioni, sostenere i servizi sociosanitari di prossimità, approvare una legge nazionale sui caregiver familiari. La Scuola pubblica deve tornare ad essere strumento di emancipazione per tutte/i e non solo per i “meritevoli”, vanno valorizzati gli insegnanti, garantito il diritto allo studio e l’accessibilità dei Nidi, contrastato l’abbandono scolastico. Per superare tante sacche di povertà, è una priorità anche il diritto e accesso alla casa. La conversione ecologica del sistema produttivo e lo stop al consumo di suolo contro il dissesto idrogeologico, reindirizzare i 22 miliardi di sussidi statali ambientalmente dannosi in economia circolare, riforestazione e promozione delle comunità energetiche e delle fonti rinnovabili, sono necessità per mitigare il cambiamento climatico. Battaglie altrettanto irrinunciabili sono i congedi parentali paritari a tre mesi pienamente retribuiti e politiche strutturali per l’uguaglianza di genere nella formazione, nella salute, nel lavoro. Per il lavoro stabile e qualificato, il salario minimo è solo un punto di partenza. Basta contratti a termine selvaggi e stage o tirocini non retribuiti, voltiamo pagina rispetto al Jobsact e sì invece ad una legge sulla rappresentanza sindacale, sulle garanzie estese al lavoro digitale ed intellettuale, a quelle lavoratrici e lavoratori autonomi che ancora non hanno accesso a misure e tutele di welfare.

Occorre coraggio per aprirsi al mondo e difendere i diritti umani, sapendo che ci riguardano. Occorre coraggio per dire che non dobbiamo più finanziare la guardia costiera libica. Tutti nel campo progressista parlano di disuguaglianze, però dobbiamo parlare espressamente di redistribuzione come leva di politica fiscale, di patrimonio come esplicito elemento di riequilibrio. E di ius soli come coerente passo di civiltà ed inclusione democratica. La società può essere migliore se “facciamo la Sinistra” e offriamo un’alternativa al modello corporativo, egoistico e paternalistico di una destra che vince, appunto, per mancanza di alternativa. Questa è la discontinuità che serve a ricreare fiducia nella democrazia e nella partecipazione democratica. Guarda anche “Parte da noi Reggio Emilia”.