(Febbraio 2023) Dipendenza affettiva e tecnologica, solitudini, ansie e ostacoli ad una vita libera e sana che tutti possiamo incontrare e superare. Sono temi che interessano persone di ogni età e in particolare le più giovani. Grazie a Hikikomori Coop Sociale Onlus e alla presidente Valentina Di Liberto per l’invito all’incontro DONNE CHE AMANO TROPPO nell’ambito delle iniziative gratuite di sensibilizzazione svolte al Centro Sociale Gattaglio, promosse in collaborazione con ‘Quartiere, bene comune’, volontariato e Comune di Reggio Emilia. Il confronto multilivello sulla dipendenza affettiva, collegato alla violenza maschile sulle donne, ha generato testimonianze e riflessioni importanti sulle relazioni, sull’autodeterminazione e sulla proiezione sociale.

Con Hikikomori si intende il ritiro dalla vita sociale di ragazzi/e dai 14 ai 30 anni, che si chiudono in casa per lunghi periodi senza nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i genitori. Dall’autoisolamento -spesso originato da bullismo e violenze psicologiche subite- nasce una fortissima dipendenza dal web. È una delle forme più estreme, accanto a quelle violente, del disagio che vivono adolescenti e giovani pur in una società relativamente protetta come la nostra. Le restrizioni Covid e le paure degli ultimi anni hanno fatto esplodere insofferenze e sofferenze, richiedendo sia una nuova organizzazione di servizi e sostegni multidisciplinari, sia un investimento pubblico di Scuole, operatori consultoriali e sociosanitari, Comuni. Soggetti che coinvolgiamo in azioni di ascolto, prevenzione e presa in carico, ad esempio attraverso il ‘Piano regionale di contrasto al ritiro sociale e dalla scuola degli adolescenti’. Nell’alveo delle numerose iniziative per il loro benessere, che abbiamo intensificato in Regione, vi è da ultimo l’approvazione di una Risoluzione di maggioranza che intende garantire piena attuazione del programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico, in particolare per rafforzare la collaborazione fra nidi, scuola dell’infanzia e pediatri di libera scelta (anche con una formazione specifica) in modo da intercettare precocemente i disturbi tra i bambini, che risultano purtroppo in crescita.

Sempre a Reggio Emilia, nella seconda giornata degli “Stati generali degli adolescenti e dei giovani” tenutasi al teatro Valli, è stato presentato un Manifesto che punta a orientare le politiche pubbliche per la Generazione Z, comprendente per convenzione i nati dal 1997 al 2012. Il manifesto programmatico è stato elaborato da oltre trecento persone tra studenti, educatori e insegnanti di tutta l’Emilia-Romagna e consegnato alla Regione e ai Comuni. Al primo punto, scritto dai soli giovani, si legge: «Chiediamo che ci sia riconosciuto il diritto a contare e avere voce, per cambiare la società che condividiamo con le generazioni precedenti, dando il contributo che riteniamo più giusto, con l’obiettivo di costruirne insieme una più umana per tutti. Chiediamo riconoscimento del desiderio di crearci una vita dignitosa, che rispecchi le nostre volontà e capacità. Non vogliamo adattarci e conservare ciò che esiste, proposto da altri per noi».

Ragazze e ragazzi della Consulta studentesca provinciale hanno fatto, anche durante l’incontro, interventi profondi e sfidanti che trovano sponda nel lavoro quotidiano della nostra Comunità educante. Fondamentale è capire cosa significa essere adolescenti e giovani dopo il trauma generazionale della pandemia, per affinare buone prassi metodologiche, per aprirci a politiche innovative rivolte a questa fascia d’età. Il Comune di Reggio Emilia aggiorna le sue migliori tradizioni, promuovendo ascolto, riflessione educativa ed investimento nei talenti delle nuove generazioni per emancipare la società tutta.

Sugli stessi temi ho avuto modo di ragionare in una puntata speciale di Buongiorno Reggio dedicata all’amore tra i più giovani in occasione della ricorrenza di San Valentino. Con il professor Marco Incerti Zambelli e la d.ssa Francesca Bonazzi abbiamo riconosciuto come il benessere delle ragazze e ragazzi anche pre-adolescenti, oggi messo a rischio da tanti fattori, meriti uno scatto di impegno. La recente ricerca della Regione che ha evidenziato crescenti stati di ansia, paure, noia e desiderio di un maggiore protagonismo, richiama alla responsabilità le istituzioni preposte, insieme alle famiglie. L’educazione ai sentimenti, alle relazioni e alla sessualità nelle Scuole non è necessaria in senso teorico: risponde ad un bisogno esplicito di non essere lasciati soli.