(10 gennaio 2023) In Italia l’endometriosi colpisce il 10% delle donne in età riproduttiva, circa 100mila ragazze e donne solo in Emilia-Romagna, provocando loro dolore cronico a volte invalidante e portando nei casi più gravi all’infertilità. Abbiamo approfondito il tema ascoltando le associazioni che da anni si battono per servizi adeguati e diagnosi tempestive, per una prevenzione e presa in carico necessaria a superare i costi individuali e sociali della patologia, come migliaia di persone hanno già chiesto aderendo a “Endometriosi: firma adesso!” e alla petizione popolare per la salute femminile presentata in Assemblea legislativa.
Con una nostra risoluzione (vedi testo), condivisa con le minoranze e approvata all’unanimità in Commissione, abbiamo impegnato la Regione a sostenere campagne di sensibilizzazione per rendere consapevole la cittadinanza, a monitorare e rafforzare in modo uniforme i percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali già all’avanguardia in Emilia-Romagna; e a valutare l’esenzione per le terapie ormonali negli stadi già riconosciuti della malattia.
Gli studi evidenziano come, recentemente, il trend sia in aumento nelle donne in periodo riproduttivo. La difficoltà maggiore resta quella di fare diagnosi. E farle in tempo. Stereotipi persistenti e scarsa conoscenza della malattia, scarsa formazione medica, concorrono a sottostimare la sofferenza, da parte delle stesse donne. Si stima che il 58% ritiene che la sintomatologia (dolore pelvico, dolore acuto del basso ventre e/o lombare, affaticamento e cronicità) sia del tutto normale, mentre il 38% dichiara di non essersi sentita presa seriamente in considerazione dal proprio dottore. Ecco perché la definizione sin dal 2017 in Emilia-Romagna, di un adeguato Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) e di un’organizzazione a rete multilivello, pur all’avanguardia in Italia, non basta. La formazione medica tra i professionisti di base e la conoscenza diffusa dell’endometriosi nell’opinione pubblica, sono ancora obiettivi da raggiungere compiutamente.
Un grazie di cuore va alle attiviste e associazioni che hanno accelerato la presa di coscienza e la qualità degli interventi della Sanità emiliano-romagnola, verso un approccio personalizzato, formato e pienamente umano della medicina che superi stereotipi ancora legati all’endometriosi e alla salute riproduttiva delle donne.
Leave A Comment