(14 novembre 2022) A Trieste con il Coordinamento delle Commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province autonome, per rafforzare il quadro nazionale di collaborazioni a presidio dei diritti. Ne è stata occasione il Convegno su “Esperienze e prospettive” delle CPO, ospitato dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia e promosso dalla Commissione presieduta da Dusy Marcolin. Un momento prezioso di incontro e confronto centrato sulle competenze di questi organismi collegiali che integrano l’attuazione del dettato costituzionale impegnando le proprie Regioni a rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parità tra uomini e donne nella vita sociale. QUI IL SERVIZIO TV.

Fino a quando le statistiche e le analisi di genere non ci consegneranno una condizione femminile non strutturalmente destinata alla marginalità nel reddito, nel lavoro, nella società, c’è assoluto bisogno di politiche strutturali di genere e c’è bisogno dunque delle Commissioni pari opportunità, che rappresentano un patrimonio di buone prassi, competenze e collaborazioni che danno concretezza dal basso ai bisogni stringenti di equità ed eguaglianza sociale. Nella fase attuale poi, l’esigenza di un grande investimento sulla democrazia paritaria quale leva di sviluppo è ancora più forte. Nel mio intervento ho ricordato che l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze rappresentano il quinto obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un obiettivo, trasversale e interconnesso rispetto agli altri, che risulta imprescindibile per una crescita inclusiva e per la ripresa economica, a beneficio di tutta la società. In questo quadro si inseriscono gli interventi di empowerment femminile per la parità occupazionale e retributiva ma si inserisce anche la proposta di direttiva europea sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che ha l’obiettivo di riunire in un unico strumento le misure previste dal diritto UE, stabilendo norme valide in tutti gli Stati membri e garantire un livello minimo di protezione alle vittime di violenza, nonché politiche efficaci di prevenzione accanto a quelle di contrasto anche penale.

Il divario tra donne e uomini, insomma, non può essere considerato “normalità” o problema residuale. Va riconosciuto e affrontato, al contrario, come la prima fonte di discriminazione, sofferenza, marginalità e violenze. Le Commissioni Pari opportunità regionali concorrono a presidiare i diritti e a realizzare progetti – educativi e formativi, di inclusione e valorizzazione dei talenti – sempre in prima linea sui territori; concorrono su tutto a diffondere la cultura paritaria senza arretramenti ma con la consapevolezza di dover formare un fronte unito e unitario contro le discriminazioni. Ecco perché siamo unite a proporre un potenziamento del loro ruolo e delle loro funzioni, pur consultive nella quasi totalità degli ordinamenti regionali.

Ringrazio la Commissione Pari opportunità friulana per l’opportunità, il Presidente Piero Mauro Zanin, l’Assessora Alessia Rosolen, la Vice Sindaca Serena Tonel per l’ospitalità e la collaborazione. Un ringraziamento per la preziosa partecipazione a Emma Petitti, Presidente delegata per le Pari opportunità e parità di genere dalla Conferenza nazionale delle Assemblee legislative, a cui le Commissioni sono oggi legate da un proficuo rapporto di reciproco scambio.

VEDI ANCHE COMUNICATO DEL CONSIGLIO REGIONALE Friuli-Venezia Giulia.