(28 ottobre 2022) Ripartiamo da ciò che siamo e abbiamo scelto di essere, ovvero l’unico spazio politico femminile strutturato nel panorama dei partiti italiani. Le Donne Democratiche rilanciano le Conferenze quale luogo autonomo, sin dalla nostra nascita aperto a non iscritte, in rapporto costante con l’associazionismo e la società civile e animato da una precisa missione politica: affermare e riaffermare la dignità della persona e il protagonismo femminile in ogni ambito, per contrastare tutte le disuguaglianze, le discriminazioni sul lavoro e le violenze sessiste e di genere, per impedire che a prevalere siano i retaggi patriarcali e per promuovere un pensiero politico nuovo nonché una classe dirigente formata ad una reale cultura dell’inclusività.

Per noi è questa la sinistra del terzo millennio, da alimentare ogni giorno offrendo una visione alternativa alle destre che oggi governano. Per questo dobbiamo essere ben presenti nel Comitato costituente che avrà il compito di aggiornare il Manifesto dei valori del Partito Democratico. Lo abbiamo deciso unanimi nella riunione del Coordinamento nazionale delle Donne Democratiche, tenuto a Roma all’indomani della Direzione PD che ha tracciato il percorso congressuale.

In questi anni appena trascorsi, i più duri della pandemia, abbiamo ricostruito la Conferenza e rinnovato le Conferenze regionali e locali, dopo un periodo di buio e non riconoscimento. La verità è che abbiamo inciso nell’agenda di governo con provvedimenti importanti. La verità è che abbiamo fatto molto ma non abbiamo inciso nella cultura politica del Paese e del PD. Oggi però non è il tempo di fare passi indietro, anzi. Nella sua relazione la Portavoce nazionale Cecilia D’Elia ci ha rappresentato spiegando come le nostre proposte devono appartenere a tutto il Partito Democratico. La condivisione paritaria del lavoro di cura e i congedi paritari, un piano per l’occupazione femminile come obiettivo del Paese, una lotta senza quartiere alle violenze di genere e la protezione delle donne e minori minacciati dalla violenza domestica: questi sono punti identitari e di autentica opposizione a chi vuole introdurre il quoziente famigliare, a chi non dice una parola sui femminicidi, a chi nega il diritto all’aborto. La migliore risposta al Governo Meloni è rilanciare sui territori, nell’opposizione parlamentare, nel PD e tra le forze progressiste la piattaforma programmatica del Women New Deal come svolta organica di azioni e proposte concrete a favore dei diritti di tutte. Perché se le donne fanno passi avanti, li farà la società nel suo complesso.

Non da ultimo, le Donne Democratiche aderiscono alla manifestazione nazionale di Europe for Peace del 5 novembre. Collaboriamo da sempre con le reti di donne che lavorano oggi per costruire percorsi di pace in Ucraina, per la pace e la solidarietà internazionale nei paesi più martoriati e a fianco delle proteste femminili, in organizzazioni informali che attraversano i confini in un impegno di sorellanza universale teso a ripristinare il rispetto dei diritti umani nel Pianeta. Ripartiamo da noi.

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