(19 ottobre 2022) Ho condiviso con le altre Portavoci regionali delle Donne Democratiche questa presa di posizione, che si rivolge al PD e ad ogni forza progressista che nella società e in politica è a fianco delle donne per i loro diritti paritari contro la visione arretrata e patriarcale delle destre. Vedi sulla pagina Fb della Conferenza nazionale e su quella dell’Emilia-Romagna.
«Tanto è stato fatto dalle donne coraggiose che ci hanno preceduto per realizzare una compiuta democrazia paritaria, ma ancora
molto deve essere fatto. E finché una sola donna sarà umiliata nella sua soggettività, discriminata sul lavoro o purtroppo uccisa, in quanto donna, noi saremo unite nel riaffermare la dignità e il protagonismo femminile in ogni ambito, per contrastare le disuguaglianze, per impedire che a prevalere siano i retaggi patriarcali e per promuovere un pensiero politico alternativo e una reale cultura dell’inclusività». Così dichiarano le Portavoci regionali delle Donne Democratiche sottolineando che “la Conferenza nazionale delle Democratiche è nata esattamente per questo e con tali obiettivi ha inciso e dovrà incidere sempre più nell’agenda politica del Partito Democratico, delle forze progressiste e del Paese.”
Sono combattive le Portavoci regionali e «decise a sottrarsi all’approccio predatorio e accusatorio, senza costrutto, cui si assiste in questi giorni post elettorali e pre-congressuali nel PD contro la Portavoce nazionale Cecilia D’Elia e contro la Conferenza delle Democratiche da persone che spesso non hanno mai partecipato né dato il proprio contributo». Pur ritenendo legittima ogni critica nell’ambito della dialettica, anche aspra, che accompagnerà il processo costituente del nuovo Partito Democratico dove giustamente tutto deve essere ragionato in profondità, non ci stanno a mettere in discussione la Conferenza nazionale come luogo autonomo delle donne, l’unico strutturato nel panorama dei partiti italiani «in quanto – precisano – si tratta di una riconquista ottenuta con l’impegno di tante, un luogo di elaborazione fondamentale, uno strumento statutario per il raggiungimento degli obiettivi politici di una moderna forza progressista di sinistra e, dunque, per l’affermazione di una visione della società agli antipodi di quella delle destre cui ci accingiamo a far opposizione».
«A maggior ragione in questa fase, di temi concreti occorre parlare – sottolineano – temi e proposte che dovranno condizionare profondamente le strategie e l’impegno del PD e su cui continuare a coinvolgere e formare alle politiche di genere e di parità tante donne e ragazze che con sensibilità e passione, anche senza ruoli istituzionali, vogliono contribuire al cambiamento necessario da tutti i territori, anche i più remoti». Radicarsi nella società e incidere nell’agenda politica per cambiare vanno di pari passo soprattutto in vista di un percorso congressuale costituente; ed è quello che le Conferenze territoriali e nazionale delle Donne Democratiche hanno fatto e sono impegnate a fare, con esiti concreti raggiunti negli ultimi difficili anni. «Anche di recente grazie al sostegno della Conferenza nazionale delle democratiche con le proposte del Women New Deal e all’impegno delle parlamentari abbiamo ottenuto passi avanti fondamentali nel rafforzamento del contrasto alla violenza sulle donne, con la priorità trasversale al PNRR sui progetti che promuovono l’occupazione femminile e giovanile, l’investimento sui nidi e le infrastrutture sociali dove mancano, l’ampliamento del congedo di paternità, la legge per la parità salariale e molto altro. Fatti, non chiacchiere.» – rivendicano, ma soprattutto rilanciano come fulcro dell’opposizione alle destre: «oggi e domani il nostro compito è far sì che le donne possano esigere i loro diritti e le loro libere scelte, che la maternità non sia più ostacolo e causa di divario lavorativo, salariale e pensionistico, è mettere al centro dell’azione del Partito ogni misura utile a superare fragilità sociali e sofferenze quotidiane che derivano da diseguaglianze di genere divenute insostenibili.»
Le Portavoci regionali e territoriali sono pronte a fare la loro parte, forti dell’esperienza condivisa in un luogo di elaborazione autonoma qual è la Conferenza delle Donne Democratiche, perché «non basta essere donne per essere dalla parte delle donne, occorre la consapevolezza che soltanto una cultura di genere condivisa può prevalere sul patriarcato che ancora oggi pervade tutta la società e, come ovvio, la politica.» – affermano – «Ma sterili polemiche ad personam non servono, ciò che davvero conta è una leadership femminile plurale e autorevole, che di volta in volta esprima le proprie rappresentanti nei luoghi giusti, al momento giusto». A chi, dunque, vorrebbe risolvere il deludente 30% di donne elette dal PD in Parlamento con il passo indietro della Portavoce nazionale, rispondiamo invece che dobbiamo compattarci per fare un passo avanti tutte. «In questo tormentato periodo storico il cammino delle donne appare inarrestabile come non mai, capace di resistere a rigurgiti patriarcali di violenza inaudita, come le iraniane e afghane ci stanno dimostrando con la loro capacità di unirsi e unire il loro popolo. Ebbene, le donne italiane non sono da meno se messe alle strette. Il volto peggiore del nascente governo, che tra poco sarà sotto gli occhi di tutti, avrà nelle Democratiche le più irriducibili avversarie ad ogni passo indietro sui diritti e sulle pari opportunità e saremo noi, insieme alla società civile, il vero fattore di cambiamento per il Pd e per il Paese».
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