(15 ottobre 2022) Nella cornice della Cappella Ducale di Palazzo Farnese a Piacenza ho partecipato all’incontro promosso da CFU-Italia, per approfondire lo stato del percorso che dovrà portare al pieno riconoscimento della fibromialgia quale patologia invalidante nell’ambito dei LEA. La proiezione sui territori del documentario “AD MAIORA. Vittime di una malattia invisibile” e l’aggiornamento continuo in materia, tiene alta l’attenzione e la pressione sui decisori al fine di rendere esigibili i diritti delle persone colpite da queste sindromi dolorose.
Dopo la costituzione, su proposta della senatrice PD Paola Boldrini, del Fondo nazionale di 5 milioni di euro, oggi si va verso l’intesa in Conferenza unificata Stato-Regioni per sbloccare la revisione del nomenclatore tariffario e rendere obbligatorie le prestazioni necessarie alle/ai pazienti. Nonostante i passi avanti l’obiettivo, però, non può dirsi raggiunto. Ancora oggi testimonianze di medici e pazienti che rilevano quanto questa patologia sia ancora poco conosciuta e soprattutto gli effetti spesso drammatici che provoca sulla qualità di vita.
L’impegno della Regione Emilia-Romagna, che ha emanato le “Linee di indirizzo per la diagnosi e il trattamento della Fibromialgia” dando una definizione e un inquadramento certi della patologia, indicando percorsi di intervento appropriati, è confermato anche sul piano nazionale per accelerare le decisioni e l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza. Continueremo a lavorare con l’associazionismo affinché le persone che soffrono di fibromialgia, elettrosensibilità, sensibilità chimica multipla, encefalomielite mialgica, vulvodinia ed altre forme dolorose, siano prese in carico e curate in modo appropriato. Ed escano definitivamente dall’invisibilità.
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