(14 ottobre 2022) Nel giorno dell’elezione del presidente della Camera Lorenzo Fontana, si è tenuto a Parma l’incontro annuale di RE.A.DY ovvero la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Il coordinamento degli interventi a tutela e presidio dei diritti personali è declinato in chiave intersezionale con tutti gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale. Vi ho partecipato per contribuire ad un confronto istituzionale e dal basso importante che, insieme all’associazionismo non solo Lgbtiq+, tiene alta l’attenzione nel Paese e rende più adeguata l’azione antidiscriminatoria e culturale contro l’odio omotransfobico.

Nello stesso giorno la nuova maggioranza ha eletto presidente della Camera dei Deputati il leghista Lorenzo Fontana. Parliamo di un Ministro del primo governo Conte che ha promosso il Congresso delle Famiglie a Verona e che in ogni occasione ha espresso totale spregio nei confronti dei diritti e del riconoscimento delle coppie e persone Lgbtiq+, nonché negato la libera autodeterminazione femminile in nome di una visione arretrata tipica di certo integralismo cattolico. La sua elezione rappresenta e svela già il volto peggiore delle destre in tema di diritti civili ed eguaglianza.

Il prezioso contributo del Prof. Angelo Schillaci ha inquadrato giuridicamente i margini di intervento e al tempo stesso i limiti delle funzioni in capo ai Sindaci che si impegnano per incidere sui diritti e sullo status delle persone. Mi è stata chiesta una testimonianza sul percorso di approvazione della Legge regionale n. 15/2019 contro l’omotransfobia della Regione Emilia-Romagna. Il riscontro del pubblico presente mi ha fatto capire quanto sia importante agire con coerenza, senza lasciarsi intimidire. Quando si è in una posizione e nelle condizioni per poter cambiare in meglio le cose per tuttə, bisogna farlo. Faremo la nostra parte e non ci rassegneremo mai alle lacune nel nostro ordinamento nazionale, né alle posizioni più arretrate che non fanno che alimentare una cultura divisiva e dannosa e un approccio anticostituzionale.