(Ottobre 2022) Per sconfiggere la violenza maschile contro le donne non bastano singole misure. Occorre un approccio organico di prevenzione e protezione che sviluppi una coscienza comune libera da pregiudizi e una presa in carico efficace. E occorre una responsabilizzazione degli uomini autori di violenza attraverso percorsi rigorosi (e criteri uniformi) nei Centri di recupero CAUV, che abbattano le recidive e non lascino spazio a strumentalità per ottenere sconti di pena. Questo e molto altro trovano oggi concretezza nelle Schede operative del Piano regionale contro la violenza di genere, presentate in Assemblea.
In Commissione congiunta Parità e Affari istituzionali, inoltre, ho contribuito alla posizione dell’Emilia-Romagna sulla Proposta di direttiva UE sulla violenza contro le donne e la violenza domestica. Abbiamo espresso parere positivo con una Risoluzione che valuta con favore la volontà europea di costruire un testo unico per il contrasto e la prevenzione, una base giuridica comune tra i Paesi membri. L’Assemblea legislativa aveva lanciato una consultazione sulla Direttiva nei mesi scorsi, rivolta alla rete regionale che comprende i soggetti del Patto per il lavoro e per il clima e le associazioni del territorio che si occupano di violenza di genere, da cui è emersa un’indicazione precisa: rendere adeguata la protezione da comportamenti violenti che le donne segnalano, troppo spesso sottovalutati.
Da questa Regione e in connessione con tutti gli strumenti antiviolenza anche culturali che ci siamo dati negli anni, rilanciamo dunque la strategia nazionale ed europea per proteggere le donne da abusi e femminicidi, puntando in particolare sulla formazione degli operatori di giustizia e sociali, cioè di tutti coloro che possono e debbono intercettare e riconoscere la violenza di genere. Nella Risoluzione emendata e approvata dalla maggioranza – critiche invece le destre, che negano l’esistenza di sessismo e sottovalutazioni nelle istituzioni – abbiamo voluto inserire anche l’impegno a promuovere relazioni internazionali ed interventi di sostegno ai movimenti delle donne iraniane, afghane e di altre parti del mondo, che si battono per la libertà e i diritti umani contro le violenze patriarcali che negano la soggettività femminile. L’atto è stato trasmesso alle autorità europee e nazionali, parte integrante del contributo costante dell’Emilia-Romagna al diritto comunitario.
Le sedici schede attuative del Piano regionale, predisposte dall’Assessorato Pari opportunità in coerenza con gli indirizzi del PD e maggioranza assembleare, sostanziano in modo puntuale la strategia organica contro la violenza di genere in Emilia-Romagna basata sulla Legge quadro 6/2014. Gli interventi attivano competenze in rete ad ogni livello e nei territori e consentono un monitoraggio periodico. Spaziano dalla formazione di insegnanti, mediatori culturali, forze dell’ordine e operatori socio-sanitari, sino alle azioni di prevenzione rivolte ai più giovani nelle scuole; dalla rilevazione dei fenomeni di violenza nei servizi consultoriali all’implementazione dei percorsi di presa in carico in emergenza-urgenza delle vittime; dal miglioramento della loro accoglienza in casi particolari (ad esempio tratta, sfruttamento lavorativo, disabilità), al consolidamento dei Centri antiviolenza e case rifugio e delle azioni di sostegno come il Reddito di libertà, i contributi all’autonomia abitativa e l’attenzione ai figli delle vittime di abusi e femminicidio. La Scheda 13 dettaglia gli interventi per i Centri CAUV di trattamento degli autori di violenza, in linea con gli indirizzi nazionali approvati in sede di Conferenza Stato-Regioni, cui l’Emilia-Romagna ha fortemente contribuito.
Passi avanti, concreti, nella direzione del cambiamento culturale necessario.
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