(Settembre 2022) Tra le iniziative del periodo in materia di salute ho partecipato, a Novellara, all’inaugurazione del nuovo Centro diagnostico di Villa Verde. Con un intervento di rigenerazione urbana gli ex capannoni industriali della Slanzi, riqualificati e convertiti in poliambulatori, ospiteranno attrezzature per la diagnostica, tecnologie e ambulatori attrezzati di cardiologia e angiologia. La Casa di Cura polispecialistica reggiana, convenzionata con il Servizio sanitario nazionale, investe 2,5 milioni per rafforzare in questo modo i servizi di prossimità.

La pandemia non è ancora finita, i bisogni sono cambiati. Al tempo stesso il personale sanitario, le strutture, i progetti di potenziamento finanziati con il PNRR, sono in difficoltà per le ricadute delle molteplici crisi compresa quella economica. Se il rapporto virtuoso pubblico/privato che garantiamo in Emilia-Romagna contribuisce a recuperare terreno, resta la piena consapevolezza che lo Stato e la Regione, attraverso la sanità pubblica, hanno la responsabilità di rendere la salute un diritto; sempre, anche in tempi complicati come questi che attraversiamo e ci attendono.

Rendere la salute un diritto significa molte cose, prima di tutto investire in accessibilità dei servizi di diagnosi e cura, in assistenza territoriale e Livelli Essenziali di Assistenza, in quantità e qualità (appropriatezza) delle prestazioni del Servizio Sanitario nazionale e regionale. Significa un costante aumento del finanziamento ordinario della nostra sanità pubblica, garantire il medico e pediatra di base e superare definitivamente i tetti di spesa sul personale sanitario. Nel quadro dello sviluppo di modelli organizzativi di prossimità come Case e Ospedali di Comunità, l’apertura di Centri di Salute Mentale di piccola scala, fortemente radicati e integrati. Perché di fronte agli aumentati disagi psicologici che attraversano le età, anche la salute mentale merita investimento concreto. QUESTE LE PROPOSTE PROGRAMMATICHE del PD per il necessario rilancio nel Paese della Sanità pubblica e universalistica, per superare disparità territoriali e migrazioni forzate.

Non da ultimo, il Servizio sanitario deve fare prevenzione e la prevenzione deve essere a portata di tutti. Nonostante tutte le difficoltà è notizia di questi giorni che, in Emilia-Romagna, torna ai livelli pre-pandemia l’adesione agli screening oncologici messi gratuitamente a disposizione dal Servizio sanitario per la diagnosi precoce e la cura di alcune delle forme più diffuse di tumore: quelli al colon-retto, al collo dell’utero e alla mammella. A Reggio Emilia ho partecipato alla tappa annuale di “Tieni in forma il tuo cuore”, progetto per la prevenzione del rischio cardiovascolare avviato dalla Regione nel 2021. Le malattie del sistema cardiovascolare sono la prima causa di morte in Emilia-Romagna e provocano circa 16mila decessi all’anno. Uno dei maggiori fattori di rischio è l’ipertensione, della quale soffre circa un terzo della popolazione, cui seguono le cardiopatie ischemiche e lo scompenso cardiaco. Una mattina di sensibilizzazione importante che ha girato le piazze della regione, con visite e screening gratuiti nella clinica mobile e, grazie al supporto delle associazioni, di medici ed infermieri partecipanti, anche di educazione alla prevenzione, diffusione delle buone pratiche, lezioni sull’uso del defibrillatore. Nell’opuscolo informativo regionale le indicazioni per uno stile di vita sano dedicato al nostro cuore. Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria: sulla scorta del Piano regionale per la prevenzione 2021-2025, le Ausl del nostro territorio hanno attivato azioni e coinvolto tutti i soggetti che promuovono salute, come ad esempio l’Ausl di Reggio Emilia.