(Forlì-Bologna 2022) La lotta a 360° contro la violenza sulle donne è un nostro impegno quotidiano rilanciato nel programma elettorale del PD per il Paese. Tutti gli strumenti che abbiamo introdotto dopo anni di battaglie vanno prima di tutto applicati, poi rafforzati in chiave strategica: politiche integrate, prevenzione, formazione degli operatori e consapevolezza culturale, protezione delle vittime e punizione dei persecutori. Se manca anche solo uno di questi tasselli salta l’efficacia di reazione del sistema. Gli ultimi dati dei femicidi (in Italia sono stati 126 negli ultimi dodici mesi rispetto ai 108 dello stesso precedente periodo, quasi tutti compiuti in ambito familiare o affettivo) e delle violenze e molestie sessuali mostrano una crescita che conferma la strutturalità e al tempo stesso la recrudescenza di questo dramma sociale non adeguatamente affrontato. Ciò a causa di una cultura maschile del possesso, della non accettazione, del mancato riconoscimento della soggettività femminile a fronte del cammino inarrestabile delle donne, che non solo è radicata e diffusa, ma viene persino alimentata da messaggi politici fuorvianti e reazionari nella sostanza. La destra del dio-patria-famiglia, la destra che divulga il video di uno stupro per scopi elettorali in spregio a chi ne è vittima due volte, non è mai stata e non sta dalla parte delle donne.

Tra i tanti dibattiti svolti nelle Feste su impulso delle Donne Democratiche, sono intervenuta in particolare a due iniziative alla Festa di Villagrappa di Forlì e alla Festa dell’Unità di Bologna, che hanno approfondito il tema con taglio diverso. Di “Catcalling, il richiamo del padrone” abbiamo parlato con la portavoce Donne Democratiche forlivesi Emma Serpa, con Teresa Vaccari, Roberta Castellucci, il segretario regionale PD Luigi Tosiani e la senatrice Valeria Fedeli, molto impegnata sulle misure di contrasto alle molestie nei luoghi di lavoro e per l’applicazione della Convenzione OIL. 1 milione e 404.000 donne italiane hanno subito qualche forma di violenza di genere sul luogo di lavoro secondo l’ultimo rapporto Istat. L’Istituto stima che siano quasi 9 milioni (44 per cento) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale rilevante. Nel nostro ordinamento alcuni comportamenti che pur fanno sentire la persona in pericolo, vessata sessualmente e in una condizione di forte disagio emotivo e psicologico, non rientrano nel reato di violenza sessuale, restando quindi impuniti o dovendo essere tutt’al più riqualificati come atti di violenza privata. Condotte come il catcalling, pur arrecando una grave violazione della sfera della libertà sessuale, nonché della dignità personale, numerose e con modalità e rilievo non trascurabile per la vittima, tuttavia, sfuggono alla sanzione penale di cui all’articolo 609-bis del codice. È doveroso colmare queste lacune, così come modificare il reato di violenza sessuale, garantendo la centralità del consenso della vittima come elemento determinante del crimine.

La libertà e la sicurezza delle donne sono libertà e sicurezza per tutti. Lo abbiamo ribadito anche nell’iniziativa “Contrasto e prevenzione alla violenza di genere. Il lavoro di oggi, le idee per domani” con la presidente MondoDonna Onlus Loretta Michelini, la consigliera comunale PD e prof.ssa di Unibo in Studi di genere Rita Monticelli la Giulia Bernagozzi, Gabriele Pinto e Giuditta Creazzo per il Centro per autori di violenza “Senza Violenza” e la vicesindaca Emily Clancy. Ringrazio la portavoce delle Donne Democratiche bolognesi Giulia Bernagozzi per l’approfondimento che, tra l’altro, mi ha permesso di focalizzare la violenza economica agita in ambito domestico. L’Osservatorio regionale attivato con la nostra legge quadro per la parità ne rileva un peso del 36% tra le violenze subite dalle donne in Emilia-Romagna; si manifesta come controllo sull’utilizzo delle fonti di reddito o addirittura sull’impedimento di lavorare e di essere autonome e non parliamo di un fenomeno residuale se pensiamo che in Italia il 37% delle donne non possiede un proprio conto corrente. Fondamentale è l’empowerment delle ragazze e delle donne per la loro autonomia, in chiave di prevenzione; e importante è il reddito di libertà per sostenere le vittime più fragili introdotto nel 2021 a livello nazionale di cui, come assemblea legislativa regionale, abbiamo integrato il finanziamento superando i 2 milioni di euro e accogliendo ad oggi già 254 domande.

Insieme, diciamo basta vittimizzazione secondaria… Non vogliamo più pregiudizi, agiti nelle istituzioni, che si traducono in una seconda violenza o nella sottovalutazione dei rischi. Non vogliamo più vedere la diffusione in rete dello stupro di una donna per fomentare l’odio verso gli immigrati. Le donne e la società tutta hanno bisogno di anticorpi alla violenza, non di altra violenza. Per tutto questo, per progressi concreti e coerenti, per superare la barbarie dei femminicidi che sono l’acme delle ingiustizie sociali, è fondamentale il 25 settembre votare PD, ossia i/le candidati/e nelle liste per un’Italia democratica e progressista che condividono l’impegno su democrazia paritaria, diritti e libertà delle donne quale leva di sviluppo e cambiamento. QUESTE LE NOSTRE PROPOSTE.