(15 luglio 2022) Chi è condannato ad una pena detentiva è anche portatore di diritti, costituzionalmente garantiti, che non sempre conosce. La consapevolezza dentro e fuori dal carcere è invece fondamentale per costruire progetti di reinserimento nella società e per dare concretezza al principio della rieducazione e dell’umanizzazione della pena, che dovrebbe sempre guidare le istituzioni preposte.
Su impulso del Garante regionale dei detenuti e delle Camere penali, con la promozione della Commissione Parità e dell’Assemblea Legislativa, abbiamo consegnato alle persone detenute presso gli Istituti Penitenziari di Reggio Emilia un “Codice ristretto” ovvero una Guida sintetica che li orienta tra gli articoli dell’Ordinamento penale e penitenziario, contenente in particolare indicazioni per ottenere misure alternative al carcere. La consegna è avvenuta in contemporanea in tutte le case circondariali dell’Emilia-Romagna, con la partecipazione dei consiglieri/e regionali che vi hanno aderito. Federico Amico, Andrea Costa e Ottavia Soncini erano con me nella delegazione reggiana, composta anche da rappresentanti delle Camere Penali e delle associazioni di volontariato.
Il “Codice ristretto” che abbiamo portato all’interno ad una rappresentanza delle persone detenute, è dunque un vademecum che rende edotti sulle possibilità che si hanno in materia di misure alternative, di permessi e lavoro esterno, di problemi collegati alle dipendenze. Tra i disagi maggiori per le persone recluse, aggravati negli ultimi due anni dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria Covid, vi è il sovraffollamento: i dati ci dicono che le presenze negli istituti della regione (esclusa la casa lavoro di Castelfranco Emilia) non dovrebbero eccedere le 2.789 unità, mentre siamo già a 3.238, quasi il 20 per cento in più. A Reggio, le presenze sono 344 su 293 consentite. Un’applicazione corretta delle misure esistenti, alternative alla detenzione, è insomma necessaria e da sviluppare. Per farlo occorre “alfabetizzare” le persone recluse che scontano la pena, alimentando la collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria, le associazioni, le reti territoriali che si occupano dei percorsi rieducativi all’esterno.
Perché quando parliamo di diritti umani e ci impegniamo per garantirli, non dobbiamo dimenticarci della Comunità carceraria nella sua complessità. Nel sito del Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà si trova il Codice e altre informazioni e aggiornamenti.
“Si dice che non si conosce veramente una nazione finché non si sia stati nelle sue galere. Una nazione dovrebbe essere giudicata da come tratta non i cittadini più prestigiosi ma i cittadini più umili.” (Nelson Mandela)
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