Il Piano regionale 2022-2027 per la gestione dei rifiuti e la bonifica delle aree inquinate, che abbiamo approvato in Assemblea, segna un decisivo passo avanti per lo sviluppo dell’economia circolare e della necessaria transizione ambientale. Sappiamo che i rifiuti, se non gestiti bene, con lungimiranza e con le migliori tecnologie, incidono pesantemente in termini di inquinamento e del surriscaldamento dell’atmosfera responsabili dei cambiamenti climatici. Dopo un’ampia consultazione che ha coinvolto istituzioni locali, imprese e cittadini, il nuovo Piano definisce obiettivi importanti, precisi e realizzabili, che ci siamo impegnati a monitorare insieme alla Giunta nei prossimi mesi e anni.

Autosufficienza e riduzione dei rifiuti (cioè smaltire dentro l’Emilia-Romagna tutti i rifiuti che produciamo e produrne sempre meno) sono due pilastri della strategia che mettiamo in campo. Un primo obiettivo è azzerare la percentuale di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (già scesa all’1,16% nel 2020) e aumentare la raccolta differenziata puntando all’80% nel 2025, come stabilito nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Raccolta differenziata che dovrà essere sempre più di qualità, in modo da minimizzare gli scarti e portare la quota di riutilizzo e riciclaggio al 66% dei rifiuti urbani. L’organizzazione che si è affinata sui territori, la gestione integrata e rodata negli anni scorsi, unita allo sviluppo degli impianti di trattamento, ci permetterà di raggiungere l’obiettivo (ambizioso) di soli 120 kg/abitante di rifiuti indifferenziati. Uno strumento che ha già dimostrato di funzionare è la tariffa puntuale, che dal 2024 sarà in vigore uniformemente in tutti i Comuni della regione. Chi l’ha applicata ha già ottenuto una produzione pro capite di rifiuti indifferenziati inferiore ai 150 chilogrammi all’anno per abitante. Il Piano prevede anche una riduzione del 5 per cento per unità di Pil dei rifiuti speciali, non pericolosi, del 10 per cento – sempre per unità di Pil – di quelli pericolosi. Nei prossimi anni siamo in grado di ridurre da 700.000 a 640.000 tonnellate il loro conferimento in discarica.

Il terzo pilastro si basa su una realtà ancora in parte da esplorare: il rifiuto è oggi una risorsa e non più solo uno scarto. Puntare sull’autosufficienza regionale ha un impatto positivo in termini ecologici, di risparmio e anche di ricchezza economica. Economia circolare significa coinvolgere pienamente il mondo produttivo in una unica strategia che abbatte l’impatto ambientale dell’industria, degli allevamenti, delle attività umane in generale, prima di tutto facendo sì che ogni azienda e organizzazione applichi un modello di produzione virtuoso, con pochi scarti e molto recupero e riuso di materiali. Sono tutti obiettivi interconnessi: il superamento delle plastiche monouso, lo sviluppo delle filiere green che valorizzano la sostenibilità in ogni fase, l’autoproduzione di energia rinnovabile, l’efficienza energetica e i bassi consumi, la riduzione e il riutilizzo dei rifiuti.

Per promuovere le attività del Piano la Regione avrà a disposizione circa 43 milioni e mezzo, a cui si aggiungono oltre 32 milioni e mezzo per la bonifica di siti inquinati e altre risorse, ancora da assegnare, destinate dal PNRR alla gestione del ciclo dei rifiuti e all’impiantistica. Un lavoro complesso che dovrà vedere tutte le Comunità locali impegnate in coordinamento stretto con la Regione e i gestori.

Bologna 12 luglio 2022