(29 giugno 2022) La richiesta dello stato di emergenza nazionale, firmata dal presidente Bonaccini, è un passo necessario verso la gestione unitaria della crisi idrica che interessa tutto il bacino del Po, al di là dei confini regionali. Le proporzioni di questa siccità sono inedite e la risposta deve essere adeguata, per l’uso potabile e per l’agricoltura. In Aula la Giunta ha informato della situazione e condiviso azioni, proposte e interventi.

L’assessora alla protezione civile e ambiente, Irene Priolo, ha rassicurato sul fatto che nessun territorio ha le “ore contate” per l’approvvigionamento idropotabile, nemmeno le zone più in difficoltà come Ravenna e Ferrara. Lo stato di emergenza nazionale serve però per fare rapidamente ciò che serve, ad esempio un maggiore rilascio dai laghi prealpini a favore del Po. Il Grande Fiume è in affanno da troppo tempo, anche se i dati più recenti lasciano margini: a Pontelagoscuro il livello è -7,17 m (-7,60 è il minimo necessario perché le pompe fisse funzionino), lo stoccaggio di sicurezza è sufficiente, il Canale CER è risalito a 2,61 metri. Il rischio di razionamento resta sullo sfondo di una siccità inedita che ci fa toccare con mano la realtà dei cambiamenti climatici.

Proprio per questo, oltre ad un uso responsabile e attento dell’acqua da parte di tutti noi, occorrono interventi di medio periodo su cui l’Emilia-Romagna non parte da zero. Innanzitutto, perché è chiara la strategia: più capacità di stoccaggio, meno perdite di rete e riutilizzo della risorsa idrica depurata. Il nuovo Piano di tutela delle acque rafforza il sistema su questi principi, oggetto di investimenti che sono candidati alle risorse del PNRR per circa 800 milioni, sia sul fronte idropotabile, sia sul fronte irriguo per le nostre colture. La risposta dovrà essere organica e strutturale, per metterci al riparo da emergenze che purtroppo non possiamo più definire “eccezioni”. Intanto si lavora in coordinamento tra Regione, Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, Atersir, gestori del servizio idrico integrato, Consorzi di Bonifica e Anbi per censire tutte le azioni necessarie nell’immediato.