(24 maggio 2022) La crisi energetica ha imposto di accelerare gli interventi programmati per la transizione ecologica, anche in Emilia-Romagna. I costi crescenti delle materie prime e delle produzioni ad elevato consumo hanno già da mesi pesanti ripercussioni su alcune filiere, incidono sull’occupazione, sulle bollette e sul potere d’acquisto delle persone. Ridurre i costi dell’energia, mitigare e contrastare gli effetti del cambiamento climatico, sono priorità cui la nostra Regione contribuisce.

Il Piano di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale 2030, condiviso con le parti sociali e datoriali e tutti i soggetti che hanno firmato il Patto per il lavoro e il clima, comprende un pacchetto di azioni in grado di aumentare sia l’efficienza e il risparmio energetico, che la copertura dei consumi con fonti rinnovabili (non climalteranti). Finanziato da fondi disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo, il piano genera un investimento complessivo di 8,5 miliardi e mobilita amministrazioni pubbliche, imprese, enti di ricerca e di formazione per incrementare di un terzo la produzione di energia pulita e al tempo stesso per orientare i comportamenti individuali e collettivi verso consumi più sostenibili. Sulla base delle analisi, il livello di copertura dei consumi finali attraverso l’impiego delle fonti rinnovabili raggiungerà circa il 22% entro il 2024.

A questi obiettivi contribuirà la costituzione di “comunità energetiche rinnovabili” sul territorio, nonché l’attivazione di gruppi di autoconsumo consapevole. In Assemblea legislativa abbiamo approvato una legge regionale che intende proprio sviluppare queste realtà: utenti pubblici e privati che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti principalmente fotovoltaici, solari, a biogas, ma anche eolici o idroelettrici. Sono per ora una ventina in Italia gli esempi già funzionanti ma centinaia i progetti in cantiere per massimizzare l’autoconsumo in rete dell’energia rinnovabile. Si va dalle comunità energetiche comunali, che comprendono edifici pubblici, scolastici, sportivi e case private, alle comunità che rendono autosufficienti gruppi di aziende agricole; dalle comunità energetiche condominiali a quelle che uniscono aziende di uno stesso distretto industriale. In tutti i casi si registra una riduzione del prelievo dalla rete nazionale che può andare dal 25 al 90%.

La nostra Regione intende cogliere appieno, anche su questo fronte, le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede incentivi per favorire la diffusione delle modalità di autoproduzione e autoconsumo collettivo già stabilite dalla normativa italiana, comprese le comunità energetiche rinnovabili. Obiettivo dell’investimento è, tra gli altri, evitare l’emissione in atmosfera di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.