(12 maggio 2022) Oggi l’approfondimento tematico in Commissione sull’attuazione della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere ha riguardato le politiche culturali e quelle di cooperazione internazionale allo sviluppo. L’assessore regionale Mauro Felicori ha tracciato un quadro convincente di impegno sulla partecipazione attiva delle donne alla vita culturale e all’imprenditorialità del settore in Emilia-Romagna. Tra i dati significativi, ad esempio, il 60 per cento di donne alla guida dei 102 musei accreditati come nazionali e l’applicazione della parità di genere nelle nomine di competenza per incarichi di responsabilità, così come la crescita costante di startup innovative e imprese culturali a conduzione femminile, sostenute dalla Regione. Importante è l’annuncio che l’assessore ha fatto di un monitoraggio sistematico e basato su indicatori specifici di genere su tutto il mondo della cultura, comprensivo del contributo diffuso dell’associazionismo femminile e del patrimonio documentale che detiene, rivolto a valorizzare la storia, il pensiero, l’esemplarità e la creatività delle donne.
Perché valorizzare e fare emergere i talenti femminili è una priorità e le opportunità in tal senso vanno moltiplicate. Importante perciò anche il ruolo di ‘Emilia-Romagna Film Commission’, che sta sostenendo da tempo produzioni che portano lo sguardo delle donne, dal film sulla vita di Nilde Iotti al più recente “Bocche inutili” sulle donne deportate dai nazifascisti nei campi di concentramento. Il monitoraggio potrà rilevare e dunque orientare meglio energie e risorse per diffondere una cultura del rispetto delle differenze e diversità, per promuovere a tutti i livelli una comunicazione e un linguaggio adeguati alla dignità della persona, contro ogni sessismo o prevaricazione.
L’informativa della dott.ssa Caterina Brancaleoni, responsabile per la Regione del Servizio politiche europee e di cooperazione internazionale allo sviluppo, ha rilevato come l’attuazione della legge quadro 6/2014 abbia generato uno scatto di consapevolezza e trasversalità degli interventi, innestando la prospettiva di genere nei progetti sostenuti, per una sostenibilità e inclusione coerente con l’obiettivo “Eguaglianza di genere” di Agenda ONU 2030. Il metodo di valutazione adottato permette di non trascurare l’importanza dell’apporto delle donne e delle ragazze allo sviluppo di aree povere e instabili del mondo, come dimostrano i progetti cofinanziati dalla Regione e già realizzati, ad esempio in Palestina e in Africa. Empowerment femminile, istruzione e lavoro delle ragazze, lotta alle marginalità, quando al centro dei progetti di cooperazione internazionale, danno un contributo di sicurezza ed emancipazione sociale davvero determinanti. L’obiettivo dichiarato – e che presidieremo – è arrivare alla fine del 2025 a raddoppiare questi progetti e, grazie allo snellimento delle procedure, arrivare a una sempre migliore e celere reportistica di genere.
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