(3 maggio 2022) Un’audizione in Commissione Salute sulla rete della prima assistenza ha riportato al centro il tema del personale sanitario, della qualità e della reale accessibilità dei servizi, in particolare di Pronto Soccorso. Un nuovo accordo tra Regione e rappresentanze di categoria interviene per potenziare sia l’organico che la copertura oraria, per superare indubbie criticità che si sono evidenziate in diversi territori e strutture ospedaliere di emergenza, dove attualmente lavorano meno professionisti rispetto a quanti occorrono.

Tutte le rappresentanze presenti, dai Sindaci delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie ai Sindacati di medici e operatori, hanno spiegato i punti deboli, in parte storici e dovuti ad una programmazione lacunosa degli ingressi in medicina, in parte determinati dal lungo periodo del Covid che ha sottratto risorse pubbliche e ha “stressato” lavoratrici, lavoratori, modelli organizzativi. Le difficoltà sulla rete dei Pronto soccorso e dei 118 vanno affrontate per individuare soluzioni sia immediate che di prospettiva. Le prime necessità sono incrementare l’organico e gli ingressi degli specializzandi, incentivare la permanenza dei professionisti nelle aree di emergenza-urgenza, investire di più sulle tecnologie, sulla formazione, produttività e qualità del lavoro, nonché intervenire sull’appropriatezza dell’accesso al servizio di Pronto soccorso.

Il nuovo accordo tra Regione e Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria Cgil, Cisl, Uil, Anaoo, Cimo, Aroi, Anpo, Fesmed, Fvm, e Fassid-Sinafo, va nella direzione giusta. Impegna ad un largo impiego delle nuove tipologie contrattuali introdotte per il reclutamento del personale medico, con la possibilità di assumere gli specializzandi iscritti agli ultimi due anni di corso. Impegna ad un maggiore ricorso alle prestazioni aggiuntive in regime di libera professione intramoenia su base volontaria, da parte dei professionisti regolarmente assunti per coprire turni notturni e festivi. Impegna le Aziende Asl a rivedere, attraverso il confronto con i sindacati interni, il sistema degli incentivi economici e valorizzazione delle carriere per rendere più attrattivi gli incarichi di responsabilità all’interno delle strutture sanitarie pubbliche di urgenza. Prevede non da ultimo ambulatori a bassa criticità nei Dipartimenti emergenza-accettazione di 1^ e 2^ livello e nei Pronto soccorso con oltre 25mila accessi annuali, gestiti da medici di guardia con l’apporto di medici e specializzandi in medicina generale, per gestire al meglio i casi meno urgenti e diminuire la pressione sui punti ospedalieri.

Del resto questo è il senso della sanità territoriale e di prossimità che perseguiamo, prima di tutto attraverso la diffusione delle Case della Salute e l’integrazione tra servizi domiciliari e di struttura. Gli investimenti in sanità già in cantiere con i fondi del PNRR e con risorse proprie, comprendono anche lo sviluppo di nuove tecnologie dedicate all’area dell’Emergenza-Urgenza. Il costo delle misure contenute nell’accordo è stimato sui 10 milioni di euro all’anno. Garantire i servizi che ci salvano la vita non ha prezzo così come pure trovare ogni soluzione necessaria per garantire cure e assistenza.