(7 aprile 2022) Con la relazione svolta oggi in Commissione riguardante la seconda clausola valutativa della legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere n.6 del 2014, registriamo una progressiva capacità attuativa dell’Ente Regione, capacità che, come sappiamo, dipende sì dalla volontà politica ma non secondariamente dalla trasversalità di approccio e dall’integrazione effettiva di strumenti e misure. La Relazione di analisi dei risultati e progressi compiuti in attuazione della Legge nel triennio 2018-2020, introdotta dall’assessora Lori e illustrata dalla d.ssa Ragazzini, ci consegna una prima osservazione: questa legge quadro, intersezionale, trasversale ai settori e multidimensionale è stata visionaria a suo tempo ed è quanto mai attuale oggi, tanto che lo stesso approccio olistico per la parità introdotto in Regione dal 2014, è certificato quale elemento di grande utilità ed efficacia nelle programmazioni più rilevanti, come dimostrano le condizionalità trasversali di genere adottate dal PNRR.

L’approccio olistico della strategia paritaria che abbiamo adottato è però una sfida continua, anche all’interno della Regione e dei soggetti territoriali che vi concorrono. Perciò la formazione di genere e mainstreaming resta necessaria e da rilanciare ad ogni livello. Formazione, monitoraggio, mappatura, consolidamento della rete di tutti i servizi e competenze coinvolte, regia solida e aggiornata, sono impegni che la Regione Emilia-Romagna sta portando avanti con determinazione, in attuazione della propria normativa che ancora oggi è l’unica in Italia ad aver realizzato la strategia di prevenzione di violenze e discriminazioni sancita dalla Convenzione di Istanbul. Fra le tante progettualità e risorse investite, che la Relazione illustra con puntualità, sono da sottolineare quelle che hanno portato a 18 i Centri per autori di violenza attivi sul territorio regionale, integrati nella rete di prevenzione, contrasto e protezione delle donne il cui fulcro, anche culturale, è rappresentato dai 22 Centri antiviolenza e 44 Case rifugio presenti. L’affinamento di strumenti quali l’Area di integrazione tra 8 Assessorati, il Tavolo permanente per le politiche di genere, l’Osservatorio antiviolenza, più di recente l’attivazione nel 2021 del Fondo per l’imprenditoria femminile e Women New Deal (con 116 imprese già finanziate), ci consente di camminare più speditamente per colmare i gap tra donne e uomini nel lavoro, nella salute, nell’accesso a servizi, sostegni e opportunità. Per passi avanti concreti sul fronte della parità salariale, ad esempio, sarà rilevante l’applicazione della misura “certificazione della parità di genere”, rilasciata alle aziende che dimostrano l’effettività e l’efficacia in senso paritario delle proprie politiche interne. L’approvazione in corso di seduta di una nostra Risoluzione di maggioranza va in questa direzione: abbiamo infatti impegnato la Giunta a prevedere l’introduzione, nelle procedure di gara e di appalto, criteri premiali di “Gender responsive public procurement (Grpp)” al fine di riconoscere e premiare il valore aggiunto delle imprese che promuovono la parità di genere e le pari opportunità. Ciò in attuazione dell’art. 6 commi 2 e 3 della L.R. 27 giugno 2014 n. 6.

Sono già in programma approfondimenti tematici in Commissione Parità congiunta con le Commissioni Salute e welfare e Politiche economiche, necessari per incrociare le politiche e risorse già messe in campo con i bisogni emergenti. Perché le donne meritano risultati oltre che buone leggi.