(28 marzo 2022) Sono quasi tutti donne e minori i 17.637 profughi arrivati dall’Ucraina in Emilia-Romagna, ospitati in case private messe a disposizione dai proprietari o presso famiglie e solo in minima parte nei Centri di accoglienza stranieri CAS. Le iniziative delle associazioni e del terzo settore, sia per quanto riguarda la raccolta/distribuzione degli aiuti umanitari e il sostegno alle ONG che operano ai confini, sia per l’organizzazione dell’ospitalità qui sul territorio, sono parte attiva straordinaria di un sistema di accoglienza concreta e diffusa. Mai come oggi ci sentiamo comunità nel prestare aiuto a queste donne, ragazzi, bambini e anziani in fuga dall’orrore della guerra e disperati anche per la separazione dai loro cari rimasti a combattere. Anche i Circoli PD partecipano sui territori alla raccolta di aiuti, beni alimentari, farmaci, abiti e quanto serve. A tutti i profughi è stato dato un vademecum in ucraino per conoscere i servizi, già molte migliaia sono i tesserini sanitari provvisori rilasciati dalla Regione che permettono loro di usufruire di qualunque servizio o prestazione, le nostre scuole di primo grado stanno accogliendo bambine e bambini. E ogni giorno qualcuno si fa avanti per aprire le porte della propria casa.
Anche su nostra richiesta il Governo oggi sostiene con contributi economici le persone attive in questa rete di solidarietà spontanea, che integra con grande efficacia la Protezione civile e la rete dei CAS gestita dalle Prefetture insieme agli Enti locali. Prosegue intanto la raccolta fondi promossa dalla Regione Emilia-Romagna per l’assistenza e aiuti umanitari ai profughi: con la causale “EMERGENZA UCRAINA” all’Iban: IT69G0200802435000104428964.
Tra le numerose iniziative di riflessione sullo scenario incerto e drammatico apertosi con l’invasione dell’Ucraina decisa da Putin, l’Assemblea del PD di Reggio Emilia ha promosso già due incontri. Domani sarà con noi il capogruppo PD in Commissione Difesa della Camera, Alberto Pagani. In Regione, in Parlamento, in Europa, stiamo premendo per porre fine al più presto al conflitto armato, ai massacri di civili, alle bombe. E contribuiamo attivamente a mitigare gli effetti economici, il caro energia e i contraccolpi delle necessarie sanzioni alla Russia sul nostro tessuto produttivo, che gravano già molto sulle imprese e famiglie, mettendo a rischio il lavoro e la fragile ripresa post Covid. Dall’autonomia energetica alla costruzione di una politica estera e di difesa comune, l’unità mostrata in modo inedito dalla UE è un valore da consolidare per vincere ogni sfida. La prima delle quali, nessuno ha dubbi, è la pace e la sicurezza nel nostro continente. VEDI ANCHE:
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