(9 dicembre 2021) Aumentano le risorse nel Bilancio 2022 e pluriennale della Regione per le politiche antidiscriminatorie e di parità. Dal Fondo imprenditoria femminile e Women New Deal, al reddito di libertà rivolto alle donne che escono da spirali di violenza domestica, sino agli altri interventi previsti nel nuovo Piano triennale contro la violenza di genere, gli stanziamenti saranno adeguati a incrementare o attivare tutte le misure per l’autonomia e l’empowerment che abbiamo introdotto, rendendole strutturali.

Non solo per questo, in seduta congiunta delle Commissioni Parità e Statuto, abbiamo approvato il “pacchetto Bilancio” (Defr, Bilancio di previsione e collegato) della Giunta illustrato dal relatore di maggioranza Luca Sabattini. Importante e positiva è anche la trasversalità con cui molte delle risorse economiche a bilancio andranno a incentivare le pari opportunità e i diritti sociali delle persone contro diseguaglianze e discriminazioni inasprite dalla crisi pandemica. E importanti sono le premialità a vantaggio dei protagonismi femminili che continueranno ad essere inserite nei diversi bandi regionali per l’erogazione di contributi economici. Colmare i gap di genere nel lavoro, sostenere tutti quei servizi educativi e di welfare che possono aiutare a conciliare i tempi di vita e professionali, sono obiettivi prioritari ben presenti nella manovra finanziaria. In vista dell’approvazione in Aula sotto Natale, definiremo meglio alcune cifre. Di certo, oltre alle risorse sulle misure citate, almeno 2 milioni sosterranno i progetti di Enti locali, associazionismo e volontariato volti alla promozione delle pari opportunità e per la prevenzione e il contrasto a discriminazioni e violenze di genere.

La Commissione Parità e Diritti delle Persone ha poi approvato una nostra Risoluzione di maggioranza, a prima firma del presidente Amico, che impegna la Giunta ad attivarsi affinché le aziende di trasporto pubblico locale di tutta la regione consentano alle persone transgender di indicare sull’abbonamento il proprio nome di elezione e non quello anagrafico. L’iniziativa nasce dalla sensibilità mostrata dall’azienda Start Romagna, che ha già permesso alle persone in fase di transizione di sottoscrivere l’abbonamento dell’autobus con il nome rispondente alla propria identità di genere. Una scelta di rispetto che tutela da discriminazioni reali e potenziali. Di fronte a perplessità sollevate nel dibattito, ho fatto presente che in mancanza, purtroppo, di una legge nazionale di tutela specifica, il nostro ordinamento consente di colmare le lacune anche attraverso buone prassi come questa. In Emilia-Romagna applichiamo con coerenza i principi della legge quadro per la parità e della legge regionale 15/2019 contro le discriminazioni Lgbti. E lanciamo ancora una volta un segnale preciso.