(7 dicembre 2021) Una importante audizione in Commissione politiche per la salute ha focalizzato l’impegno necessario qui ed ora sui temi della disabilità, della vita indipendente e il Dopo di noi. Le Associazioni ascoltate premono per l’approvazione della legge nazionale a sostegno del caregiver, ancora ferma in Parlamento. Una richiesta che interpreta il punto di vista delle persone non autosufficienti e dei/delle caregiver che le assistono. L’Emilia-Romagna, prima Regione in Italia ad approvare nel 2014 una legge per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare che presta volontariamente assistenza ai propri cari non autosufficienti, sta facendo passi avanti soprattutto grazie a loro, alle associazioni e fondazioni che presidiano questi bisogni essenziali.
Di recente ho parlato qui dello sblocco dei fondi nazionali, che sta dando nuovo ossigeno alle nostre politiche. Proprio in questi giorni è stato attivato un portale web dedicato – https://caregiver.regione.emilia-romagna.it/ – dove sono raccolte informazioni, riferimenti e notizie utili sul sistema regionale dei servizi e sulle opportunità. Resta da colmare la disomogeneità fra servizi e prestazioni sui territori, da realizzare una presa in carico completa delle persone accudenti ed accudite nell’ambito del sistema di welfare. Anche perché la pandemia ha squadernato tutte le lacune e approfondito le solitudini, ha interrotto molti percorsi e messo in crisi tante famiglie. Perciò occorre ed è tempo che il Parlamento approvi la legge nazionale per i diritti del caregiver.
Con la Risoluzione del PD approvata oggi all’unanimità, ci impegniamo come Regione ad investire le risorse che servono per mettere efficacemente in rete fra loro e con il Servizio pubblico le associazioni del Terzo settore, per diffondere le buone pratiche, per attivare sportelli di primo contatto, per potenziare la cabina di regia che deve attuare la legge regionale n.2/2014 in ogni sua parte. Perché il riconoscimento giuridico è un primo necessario passo, a cui va dato seguito corrispondendo, prima di tutto, alle esigenze delle donne caregiver affinché non debbano mai più rinunciare al loro lavoro, offrendo sostegni personalizzati per calibrare i servizi domiciliari, protetti e diurni e per garantire percorsi di vita indipendente ove possibile.
Tante le testimonianze e le richieste dei/delle rappresentanti intervenute in Commissione. Per la presidente Lalla Golfarelli e Loredana Ligabue, fondatrici dell’Associazione CarEr di cui è intervenuta anche la vicepresidente Franca Barbieri, la prima necessità è quella di un piano assistenziale costruito sui bisogni del caregiving, su cui convergano gli interventi integrati dei servizi sociosanitari e del volontariato. E per capire quali sono i reali bisogni è importante anche la raccolta dei dati.
Dello stesso tenore gli interventi dell’associazione Dalla terra alla luna di Ferrara e della fondazione Durante e dopo di noi di Reggio Emilia presieduta da Enza Grillone, che hanno sollecitato la legge nazionale per consolidare le reti sociali e assistenziali e anche per riconoscere i contributi previdenziali ai/alle caregiver. Barbara Bentivogli, presidente Anffas onlus Emilia-Romagna, ha parlato di “eccessiva burocrazia per chiedere sostegni per le persone disabili o non autosufficienti e i loro caregiver”. Luca Marchi, presidente della fondazione Dopo di noi di Bologna, ha sottolineato l’importanza di creare alle persone disabili occasioni fuori casa, di integrazione. Come insegna l’esperienza realizzata a Faenza, raccontata da Maria Bedronici dell’associazione Genitori ragazzi con disabilità: un negozio-laboratorio dove i ragazzi hanno imparato a confezionare e vendere. Una delle tante progettualità da sostenere con fondi e regole più semplici.
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