(27 novembre 2021) L’inaugurazione dello “Scaffale per la legalità” nella Biblioteca Panizzi di Brescello è stato un momento importante, anche perché ne sono stati protagonisti studenti e studentesse delle scuole medie locali. Ho portato un saluto in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, sostenendo l’impegno contro ogni mafia e per la lotta alla cultura mafiosa e criminale portato avanti dall’Amministrazione comunale con la Sindaca Elena Benassi, in particolare con il presidio della Commissione mista per la Legalità istituita da un paio di anni e il coinvolgimento della Comunità brescellese. Questa inaugurazione ha dato, di fatto, avvio alla importante rassegna reggiana “Noi contro le mafie” che, sotto la direzione scientifica di Antonio Nicaso (nella foto a destra, proprio in occasione della presentazione a Reggio Emilia del Festival della Legalità), rappresenta un appuntamento capillare sui nostri territori che offre il segno di una continuità di intenti molto concreta e di rilancio della volontà comune di riaffermare il valore democratico e civile della legalità.
Significativa la presenza tra gli altri dell’autore di “I mille giorni di Aemilia”, il giornalista Tiziano Soresina e della presidente dell’Istituto Cervi Albertina Soliani. Tutti abbiamo ribadito quanto un fenomeno complesso come quello mafioso abbisogni di competenze e impegno per essere compreso. La lotta per sconfiggerlo è una priorità che ci deve vedere uniti. La formazione dello scaffale è frutto di una collaborazione prestata dal professor Nando Dalla Chiesa che, assieme ai collaboratori dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata (Cross) dell’Università di Milano, ne ha suggerito la composizione e l’articolazione bibliografica. Ed è una tappa nel percorso che la comunità sta compiendo sui temi della lotta all’infiltrazione ‘ndranghetista nel territorio e del riuso dei beni confiscati assegnati al Comune di Brescello.
Incidere nella cultura, dunque, tra i più giovani in particolare che sono i protagonisti del nostro futuro, è un imperativo per dare a tutti quegli strumenti di conoscenza necessari ad essere liberi. Il lavoro che la Regione Emilia-Romagna sta facendo, forte di un Testo unico per la legalità ma soprattutto di una concertazione costante con le Comunità locali, è prima di tutto culturale, come deve essere. Nessun corpo sociale, produttivo e istituzionale è tenuto fuori dalle nostre politiche per la “promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”. Dalla Consulta regionale, che abbiamo insediato in piena pandemia, sino alle progettualità locali ed associative finanziate ogni anno con particolare attenzione proprio al riutilizzo dei beni confiscati, cerchiamo di far crescere un lavoro di squadra. E con esso, un sistema sempre più compatto capace di riconoscere e rigettare i germi dell’illegalità e della criminalità organizzata.
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