(15-16 novembre 2021) Lavoriamo sui territori per rendere l’impegno contro le violenze di genere pervasivo e costante. Prima un approfondimento a Cavriago promosso dal PD dell’Unione Val d’Enza, poi l’assemblea delle donne SPI-CGIL dell’Emilia-Romagna al Museo Cervi di Gattatico hanno aggiunto tasselli di condivisione e consapevolezza. Affinché nessuno degli obiettivi ed azioni del nuovo Piano regionale per il contrasto della violenza maschile sulle donne resti sulla carta, anzi, perché ogni competenza contribuisca con passione a realizzarlo. Il Piano triennale ha allargato ulteriormente la platea dei soggetti coinvolti, proprio per incidere a 360° sulle discriminazioni agite nella società, nei contesti familiari e di lavoro, per offrire alle donne tutte più strumenti di protezione, autonomia, empowerment.
Proteggere da abusi fisici e psicologici, prevenire i femminicidi (ancora oggi uno ogni tre giorni di media in Italia), è una responsabilità cui nessuno può sottrarsi. In teoria. In pratica, la differenza la potrà fare l’approccio sistemico che abbiamo impresso al Piano 2021-2023, in linea con la nostra legge quadro regionale per la parità. Interventi integrati e trasversali ai settori confluiscono in un programma di lavoro che prevede responsabilità precise da parte di Comuni, Servizi sociali e Ausl, Centri antiviolenza compresi quelli riqualificati per uomini maltrattanti, Scuole di ogni ordine e grado, Forze dell’ordine e Magistratura, Terzo settore e associazioni sportive, Sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali. Accordi sottoscritti a livello locale o regionale con Enti e mondo associativo consolideranno la rete di prevenzione e la presa in carico multidisciplinare e multiculturale delle persone in difficoltà.
Tutto questo comporta conoscenza diffusa degli strumenti a disposizione. Non a caso investiamo molte delle risorse del Piano sulla formazione degli operatori/operatrici pubblici e privati che entrano in contatto con potenziali o acclarate situazioni di discriminazione e violenza, in collaborazione con il Coordinamento dei Centri antiviolenza. Non a caso le Conferenze Territoriali Socio Sanitarie, che riuniscono i Sindaci/Sindache dei territori corrispondenti all’Azienda USL e sono titolari della supervisione sulla programmazione sociale e socio-sanitaria, concorrono all’attuazione degli indirizzi e alla realizzazione degli obiettivi del Piano. Insomma, i risultati del Piano nei prossimi anni dipenderanno dalla capacità di effettivo coinvolgimento della Comunità e dei soggetti che la compongono. Perché solo insieme faremo il salto culturale che serve per salvare la nostra umanità.
Nella foto sotto, al Museo Cervi con le Donne dello SPI Cgil. Da sinistra Fiorella Prodi, Marzia Dall’Aglio e Patrizia Maestri.
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