(9 novembre 2021) In Aula abbiamo approvato nuove norme che riducono gli oneri burocratici sul comparto agricolo e agroalimentare, in linea con il Patto per la semplificazione che interverrà in ogni ambito produttivo e in vista dei bandi regionali che usciranno nei prossimi mesi. Partiamo con le aziende agricole, per facilitare le modalità di accesso ai contributi regionali, per una rapida e migliore gestione delle pratiche in via telematica, assicurando i controlli (a partire da quelli antimafia) senza però pesare su cittadini e imprese. La Regione supporterà gli imprenditori e imprenditrici in una digitalizzazione necessaria anche per la trasparenza: tutti gli interessati potranno verificare l’iter di una pratica in qualsiasi momento. Con questo intervento di legge, inoltre, facciamo sì che vengano richiesti solo i documenti essenziali previsti dalle leggi nazionali ed europee e, soprattutto, che i documenti richiesti per accedere a contributo siano presentati una sola volta. Nel caso di più pratiche o di domande a Enti diversi, è compito della pubblica amministrazione rendere disponibile la documentazione già in proprio possesso.

Altre novità riguardano la riduzione della percentuale del calcolo di interessi legali in caso di revoca di un contributo, nonché la limitazione dei casi di esclusione per domande future. Sono anche ridotti i vincoli di destinazione, da 10 a 5 anni (come previsto dalla normativa europea). La legge conferma la centralità della programmazione e degli strumenti di intervento comunitari a partire dal Programma di Sviluppo Rurale e rafforza la funzione della Consulta agricola regionale dove condividere i criteri generali, le proposte di bilanci pluriennali e i progetti di legge di interesse del settore. Per affrontare specifici problemi del comparto agricolo e agroalimentare verranno infine istituiti appositi tavoli tematici.

Il provvedimento arriva a poca distanza da un consistente pacchetto di aiuti alle attività più penalizzate dall’emergenza sanitaria, per complessivi 13 milioni sul triennio, di cui 5,9 milioni proprio per il rilancio dell’agroalimentare. Recuperare i posti di lavoro perduti e crearne di nuovi e di qualità, favorendo quella trasformazione ecologica e digitale che innerva la strategia di ripresa e resilienza, è il nostro obiettivo di fondo. Il comparto agricolo offre sempre più opportunità che vanno incontro alle nuove generazioni, come dimostra l’alto numero di domande, oltre 400, arrivate sull’ultimo bando del Programma regionale di Sviluppo Rurale per il sostegno alle imprese guidate da giovani. Tutte le domande sono state accolte, portando lo stanziamento da 6 a 23 milioni di euro. Nella stessa direzione di sviluppo vanno gli 87 milioni di aiuti comunitari che la Regione sta gestendo per il rafforzamento dell’ortofrutticolo che, oltre alla crisi Covid, ha dovuto fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico, dalle gelate tardive agli attacchi dei parassiti. Tra le misure già “messe in campo” – di cui beneficiano oltre 9mila aziende agricole in Emilia-Romagna – vi è il sostegno alle produzioni del riso (con 1 milione), alla Pera Igp (con oltre due milioni nel biennio), ai mercatini agroalimentari che distribuiscono tante eccellenze. Due milioni vanno a contributi per la sicurezza delle aziende e per l’agricoltura di precisione, 1 milione per i piani di controllo degli animali selvatici. Non da ultimo un milione di euro di risorse straordinarie regionali, erogate in collaborazione con Unioncamere, è stato destinato agli agriturismi, particolarmente colpiti dalle chiusure causate dalla pandemia.