(4 novembre 2021) Il mio intervento in rappresentanza della Regione al Webinar “La Pandemia Diabete in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio: modelli organizzativi e criticità gestionali” mi ha permesso di sottolineare alcuni aspetti importanti su cui stiamo lavorando per una presa in carico completa e al tempo stesso personalizzata dei/delle pazienti, a cominciare dai più piccoli. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, entro il 2030, il diabete sarà la quarta causa principale di morte in Europa. L’impostazione in rete del confronto tra comunità regionali è sicuramente un approccio efficace, in quanto diventa l’occasione ancor più in tempi di pandemia per allineare metodiche, condividere esperienze, migliorare approcci, rendere concreto l’esercizio del diritto alla salute in modo sempre più equo, inclusivo, universalistico, colmando eventuali divari territoriali.
“Ringrazio dell’invito a questo qualificato incontro, promosso da Diabete Italia onlus con il supporto di Motore Sanità, che ha già coinvolto molte Regioni italiane per mettere a punto una piattaforma di proposte proficue. Sono perciò lieta di portarvi il saluto dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e in particolare della Commissione Politiche per la Salute, unitamente a quello dell’Assessorato regionale che patrocina l’evento.
Già l’impostazione in rete del confronto tra comunità regionali merita una sottolineatura di apprezzamento metodologico non banale, dal momento che l’organizzazione sanitaria in capo alle Regioni, ancor più in tempi di pandemia, diventa un’occasione per allineare esperienze, migliorare approcci, rendere concretamente esigibile l’esercizio del diritto alla salute in modo sempre più equo, inclusivo e universalistico, colmando eventuali divari territoriali. Sappiamo bene come l’emergenza Covid e la crisi pandemica abbiano messo a dura prova i Servizi sanitari sia ospedalieri che territoriali, come ancora ci siano ostacoli ad un pieno ripristino di quella continuità diagnostica, clinica e assistenziale che sarebbe il vero segnale di una ripartenza e di un ritorno alla normalità.
La nostra Regione, poggiando su competenze solide che non ringrazieremo mai a sufficienza, ha fatto al pari di altre uno sforzo straordinario quanto necessario per rispondere ai bisogni di prevenzione e cura di tutte le persone malate e di tutte le fragilità o disabilità. Contro diseguaglianze e “invisibilità” che purtroppo l’emergenza ha aggravato. Non ci nascondiamo il fatto che sarà il tempo a dirci il costo umano e sanitario effettivo di questo lungo e drammatico periodo, ma intanto va sottolineata una doppia centralità: la Sanità pubblica e universalistica, da cui non si torna indietro e su cui investire in forma integrata ma mai subalterna con il privato; e il ruolo che l’associazionismo e i soggetti del Terzo settore hanno svolto e stanno svolgendo a fianco delle persone, di promozione costante, di monitoraggio e sprone al sistema dei servizi e di chi lo governa.
In Emilia-Romagna non solo ascoltiamo ma sosteniamo questo impegno diffuso e lavoriamo affinché si traduca in servizi sociosanitari di prossimità, accessibili, efficaci, equi che insieme alla cura e ad una presa in carico olistica e personalizzata al contempo, lavori anche sul protagonismo informato dei pazienti con cronicità diabetica affinché la competenza diventi la prima forma di prevenzione.
L’Assessore Donini ha recentemente assicurato la disponibilità dello spray nasale per le persone affette da diabete mellito attraverso la Commissione Regionale del Farmaco, garantendo appunto anche una formazione adeguata sull’uso del medicinale rivolta a coloro che dovranno somministrarlo, e dunque operatrici e operatori sanitari e sociosanitari, caregiver familiari. La salute individuale e collettiva passa attraverso la responsabilità di ciascuno e della comunità tutta. Garantire l’appropriatezza e l’efficacia dell’intervento terapeutico è fondamentale ma non basta.
Il punto di vista da assumere è la Persona, i suoi bisogni e i suoi diritti. Bambine e bambini, adolescenti, sono fra coloro che più hanno sofferto anche in rapporto ad un diritto alla Scuola che è stato discontinuo e impervio. Le restrizioni hanno prodotto un aumento dei disagi mentali e relazionali, ben oltre chi fra loro aveva già una patologia come il diabete da sostenere. Non possiamo permettere che anche solo un bambino soffra di un ulteriore peggioramento nella qualità di vita. A loro e alle famiglie, alle madri caregiver in particolare, dobbiamo un’attenzione in più in termini di accessibilità delle strutture e dell’assistenza, in termini di competenze multidisciplinari disponibili. Co-morbilità e cronicità sono, anche in età pediatrica e con tutta evidenza in una popolazione anziana sempre più numerosa, le sfide da affrontare senza indugio.In tal senso, un orizzonte ormai risalente ma ancora da realizzare pienamente è il percorso della medicina e della salute di genere che anche in ambito diabetologico ha visto approfondimenti e ricerche di grande importanza, ma che deve diventare cultura condivisa per la personalizzazione di una cura più efficacia, appropriata ed equa.
La Sanità emiliano-romagnola è fatta sì di eccellenze ospedaliere specialistiche da consolidare, ma sta già investendo da tempo su una rete omogenea di Case della salute che sappia dare risposte ai bisogni di salute di oggi e di domani, che nelle case di Comunità potranno trovare piena e concreta realizzazione nel solco di una prossimità concreta, grazie all’attivazione di un approccio inter e multidisciplinare ad ogni livello.
Momenti di confronto come questo di oggi sono preziosi per irrobustire “scienza e conoscenza”, che diventa consapevolezza condivisa e progresso concreto.”
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