In Commissione Parità e Diritti delle Persone abbiamo discusso e licenziato, in vista dell’approvazione in Aula a settembre, il secondo Piano triennale contro la violenza di genere della Regione Emilia-Romagna. Un provvedimento importante con cui puntiamo a rafforzare l’impegno integrato iniziato nel 2015, facendo tesoro dell’esperienza accumulata, dei bisogni strutturali ed emersi in tempo di pandemia e delle competenze e reti territoriali imperniate anche culturalmente sui Centri antiviolenza, come stabilito dalla Legge quadro regionale n.6 per la parità.

Il nuovo Piano, che ci è stato illustrato dall’assessora alle pari opportunità Barbara Lori, individua una serie di obiettivi strategici sia sul fronte della prevenzione che della protezione e indicatori di monitoraggio e valutazione. L’attività dell’Osservatorio regionale svilupperà le proprie funzioni di studio e analisi e, soprattutto, di monitoraggio dell’attività delle reti territoriali di prevenzione e contrasto delle diverse forme di violenza sulle donne. Una parte di interventi saranno rivolti al mondo giovanile per diffondere la cultura del rispetto, con particolare attenzione alla violenza in rete come cyber stalking, revenge porn, hate speech. Saranno promossi e finanziati progetti che agevolino azioni concrete nei consultori e negli spazi giovani, ma anche nei luoghi di lavoro per un tempestivo riconoscimento di molestie e discriminazioni. E interventi rivolti alle donne che vivono in condizioni di fragilità, sostenendo la loro autonomia abitativa ed economica grazie anche alla sperimentazione del reddito di libertà.

Al potenziamento della rete dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, si aggiunge l’investimento sui Centri per gli uomini maltrattanti, pubblici e del terzo settore. Per creare una rete sempre più capillare e connessa ai bisogni delle donne nei singoli territori, è cruciale il coinvolgimento di Comuni e Unioni, del coordinamento dei Centri antiviolenza, delle Asl e i servizi sociali, insegnanti e forze dell’ordine; la formazione alla parità e al rispetto delle differenze sarà a sua volta più capillare, rivolta a chiunque sia impegnato in contesti educativi, comprese le società sportive. Tra le azioni di prevenzione e protezione una attenzione specifica andrà posta al dialogo e alla mediazione tra culture per un contrasto efficace di comportamenti violenti quali i matrimoni forzati o precoci, così come all’accoglienza delle ragazze e delle donne coartate nella volontà. La Conferenza delle Donne democratiche dell’Emilia-Romagna è impegnata con riflessioni e proposte sul Piano per rendere ancora più concrete, integrate e adeguate le azioni di prevenzione e contrasto in ogni ambito, partendo dall’assunto che la chiave è proprio la consapevolezza diffusa sulla base di una cultura condivisa.

L’11 luglio ho voluto partecipare a Novellara alla manifestazione promossa dalla Comunità pakistana per condannare la violenza perpetrata su Saman Abbas e coloro che ne sono responsabili, a ribadire il proprio impegno per contribuire ad una società coesa nel segno del dialogo, per rifiutare le strumentalizzazioni degli opinionisti “da salotto”. Parole chiare e nette, di condanna e consapevolezza, sono state espresse dalle ragazze pakistane intervenute, dai mediatori e dalle mediatrici culturali, dalla Sindaca Elena Carletti, intervenuta per affermare con forza che nessun comportamento criminoso individuale può qualificare una intera Comunità e che è responsabilità di tutti impegnarsi affinché il cammino verso l’autodeterminazione delle nostre ragazze sia pieno e libero. Attraverso il Piano regionale contro la violenza di genere, cui stiamo contribuendo per arrivare a settembre con l’approvazione definitiva in Assemblea, faremo fino in fondo la nostra parte.