(Reggio Emilia) Una visione interessante e impietosa della società italiana, il racconto di una generazione post ideologica che ha deragliato ma non rinuncia a cercare la sua “anima” tra inganni, compromessi, sussulti di verità. E, su tutto, la domanda: ho perso oppure, mi sono perso?
Una domanda difficile che nessun politico spera di doversi fare, ma che è costretto a porsi il brillante parlamentare quarantenne, di centrosinistra, protagonista del romanzo di Jacopo Tondelli (“I giorni sbagliati” 2020, Laurana editore), che abbiamo presentato assieme all’autore nel cortile del Circolo Biosteria Ghirba, con il contributo di Nicola Bigi e di Augusto Valeriani, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna.
Nel dialogo con Tondelli, giornalista milanese e direttore della rivista online “Gli stati generali”, abbiamo preso spunto dal romanzo per ragionare sui passaggi che hanno segnato gli ultimi trent’anni di vita italiana, sul ruolo di presidio democratico dei partiti e sull’impegno riformatore e progressista che dai primi anni ’90 ha mobilitato una parte rilevante della società civile e politica. Al suo interno, tanti giovani e meno giovani militanti di un certo Partito (mai citato dall’autore) hanno combattuto il berlusconismo, la corruzione endemica, l’immobilismo sociale ed economico.. senza però riuscire ad evitare la deriva populista.
Tra Milano e Roma, forse nessuno si salva dalla seduzione del potere e da quel deragliamento rispetto ai valori legalitari ed egualitari di partenza che la caduta dei muri ideologici ha determinato. Ma è proprio così? Il romanzo non risolve il dilemma di una generazione, né dal punto di vista politico né da quello civile. L’altro protagonista del romanzo, il mondo dell’informazione rappresentato da una brava e agguerrita giornalista in cerca dello scoop e di se stessa, partecipa al “sistema” con cinismo e spregiudicatezza. Le cosiddette macchine del fango, del resto, non si orchestrano senza pesanti complicità mediatiche. E il coraggio della verità ha un prezzo che non tutti riescono a pagare.
Alla fine, resta solo una certezza. Essere liberi dalle ideologie dà una grande forza per scardinare con strumenti nuovi le iniquità, le diseguaglianze e retaggi di profonda ingiustizia, ma senza vera educazione alla cittadinanza e alle libertà democratiche, senza cultura democratica e consapevolezza valoriale, la libertà è illusoria e può diventare un’arma a doppio taglio. Chiunque può sbagliare senza buoni maestri.
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