(3 giugno 2021) La crisi Covid ha peggiorato la condizione e il benessere delle bambine, dei bambini e adolescenti, correlati alla condizione materiale e immateriale del nucleo familiare ma anche a fattori di vulnerabilità propri della minore età. Sui genitori e in particolare sulle madri è ricaduto gran parte dell’impegno di cura, psicologico e legato alla didattica a distanza. Per chi era ed è in difficoltà economiche a questi si sono aggiunti altri problemi. Se infatti il rischio di povertà ed esclusione sociale prima della pandemia riguardava circa il 14% delle famiglie in Emilia-Romagna, oggi la statistica e la realtà ci dicono che aumento della disoccupazione e crisi economica stanno privando ancora più bambini e adolescenti di mezzi e opportunità di una vita sana, creativa, libera.

Grazie alla Garante dell’Infanzia Clede Garavini e ad Anci regionale rappresentata dalla Sindaca di Correggio Ilenia Malavasi, per aver fornito ai decisori di Comuni e Regione un Rapporto conoscitivo sulla povertà minorile di cui far tesoro per integrare e sviluppare i nostri servizi territoriali sulla base dei reali bisogni. Il documento, presentato in Commissione Parità riunita assieme alle Commissioni Scuola e Salute, ci ha dato più precise indicazioni rispetto a tutte le dimensioni che incidono sulla qualità di vita delle bambine, bambini e adolescenti. Reddito e istruzione familiare, tipo di educazione, salute e stili di vita sono le principali dimensioni di cui tener conto in modo integrato. La povertà minorile è infatti definita come quella situazione in cui i bambini “sperimentano mancanza di risorse materiali, spirituali ed emozionali necessarie a sopravvivere, svilupparsi e prosperare” (Unicef). Le convenzionali politiche anti-povertà, basate essenzialmente sull’incremento del reddito familiare, possono non rappresentare uno strumento efficace rispetto al problema della povertà minorile. Al contrario interventi diretti in aree quali l’istruzione, la salute ed i servizi di supporto alle famiglie in condizione di difficoltà possono avere un ruolo più efficace. Il primo banco di prova sarà il percorso di programmazione partecipata e capillare al nuovo Piano sociale e sanitario della Regione, dove rivedere anche i livelli essenziali dei servizi da erogare sulla base degli squilibri territoriali riscontrati.

Occuparsi in modi nuovi della povertà educativa e della salute complessiva dei minori è dunque dovere prioritario della Comunità che, sempre più, dovrà essere Comunità ‘educante e accudente’ a fianco della genitorialità e a sostegno delle donne. Pur vantando rispetto alla media italiana buoni e diffusi servizi all’infanzia e progetti locali multidisciplinari di presa in carico (quale ad esempio il progetto in corso del Comune di Reggio Emilia) vanno rafforzate tutte quelle infrastrutture sociali che mettono prima di tutto le madri, le donne, al riparo da violenze domestiche e discriminazioni che inevitabilmente si ripercuotono in modo drammatico sui figli minori.

QUI potete trovare il Rapporto di tutte le attività svolte dalla Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza nel 2020. Abbiamo apprezzato e condiviso la proposta della d.ssa Garavini di dar vita ad una ‘Assemblea dei ragazzi e delle ragazze’, che sia un punto di riferimento per orientare le decisioni quando si affrontano temi che li riguardano.