(20-29 maggio 2021) Le due violente scosse del 2012 hanno provocato alle persone, alle cose, alla vita e al lavoro di tanti una ferita profonda, che si sta rimarginando ma che non si può dimenticare. Le distruzioni, la paura e purtroppo i lutti che sin dai primi giorni ho potuto toccare con mano, restano indelebili e alimentano l’impegno ancora necessario alla completa ricostruzione e alla prevenzione. Sicurezza sismica degli edifici, formazione del personale tecnico e investimenti nei Comuni, protezione civile, sono infatti priorità che la Regione conferma nella sua nuova programmazione. Nei territori di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara abbiamo lavorato insieme ai sindaci e agli amministratori e amministratrici locali che affrontavano l’emergenza, grazie a loro abbiamo posto le basi di una rapida ripresa delle Comunità che, ricordo, chiesero e ottennero di anteporre a tutto il ripristino dei servizi sanitari e delle scuole.

Oggi oltre il 90% della ricostruzione è conclusa. I cantieri dei centri storici più colpiti sono stati rallentati ma non fermati dalla pandemia e da 60 che erano, i Comuni del cratere sono ora 15, dove si concentrano gli sforzi per terminare tutti i lavori compresi quelli più complessi al patrimonio monumentale. Dalla scheda della ricostruzione che riporto sotto, si evidenziano le tipologie degli interventi, le risorse impiegate, la mole di cose fatte e quelle che la Regione porterà a compimento con la struttura commissariale.

SINTESI DELLA RICOSTRUZIONE

Abitazioni – Gli edifici completati sono 8mila, per circa 16 mila e 500 abitazioni (prime e seconde case) e 5.700 piccole attività economiche ripristinate rese di nuovo agibili. Praticamente conclusa la ricostruzione leggera (livello di danni B-C, con situazione di inagibilità temporanea o parziale), il cui stato di avanzamento è arrivato quasi al 100%; mentre per la ricostruzione pesante (danno E, con situazione di inagibilità totale) lo stato di avanzamento ha superato l’80%. La ricostruzione degli immobili che ricadono in questa ultima categoria, infatti, sconta una maggiore difficoltà di attuazione per la complessità progettuale, organizzativa e realizzativa. Complessivamente, sono state completate 9.841 ordinanze di concessione di Contributi sulle 9.950 presentate ai Comuni. Per la ricostruzione delle abitazioni e delle piccole attività economiche, il totale dei contributi concessi ammonta a 3,1 miliardi, di cui già liquidati 2,6 miliardi.

Attività produttive – Per la ricostruzione relativa ai comparti industria, agricoltura e commercio, le domande di contributo approvate sono 3.497, per un totale di 1,9 miliardi di euro concessi di cui 1,7 già liquidati. I progetti conclusi sono 2.840, circa otto su dieci. A questi si aggiungono 5.700 attività economiche e commerciali ripristinate, dai negozi alle botteghe artigiane, collegate alle abitazioni. Inoltre, per la messa in sicurezza degli immobili produttivi, i capannoni, sono stati concessi contributi, con fondi messi a disposizione dall’Inail, per circa 65 milioni di euro a 1.600 imprese. Con le misure per progetti di ricerca e innovazione di piccole e medie imprese e per le startup nell’area del “cratere ristretto” sono stati stanziati, solo nel 2019, 6 milioni di euro.

Opere pubbliche e dei beni culturali – Le risorse totali messe in campo, comprensive dei cofinanziamenti disponibili, ammontano a 1 miliardo e 423 milioni di euro. La gran parte, quasi un miliardo (958 milioni), proveniente dai fondi del Commissario delegato alla ricostruzione e assegnata ai singoli interventi tramite i Piani attuativi annuali; 37 milioni a interventi di ripristino di chiese e scuole, attraverso due specifiche ordinanze. Gli altri 465 milioni sono coperti da co-finanziamenti provenienti da donazioni private (sms, concerto Campovolo), fondi e donazioni propri degli enti attuatori e rimborsi assicurativi. In totale, gli interventi finanziati sono 1.675. Sono 589 cantieri conclusi (244 milioni di euro) e 642 cantieri in corso (637 milioni).

Centri storici – Per la rinascita dei centri storici ricompresi nel perimetro del “cratere ristretto”, in aggiunta a 18 milioni di euro erogati dalla Regione nel 2018 attraverso il Programma speciale d’Area, sono state stanziati ulteriori 30 milioni: i Comuni interessati dall’ordinanza hanno già individuato, e inviato al Servizio tecnico, le priorità progettuali cui destinare tali risorse e sono stati concessi circa 800 mila euro ai Comuni che hanno inviato la progettazione esecutiva. Di grande rilievo è poi stata l’azione per favorire il ripopolamento e la rivitalizzazione dei centri storici, attraverso uno specifico bando che dal febbraio 2019 ha visto l’apertura di quattro finestre e rifinanziamenti costanti, per accogliere tutte le domande che rispondevano ai requisiti richiesti e assecondare l’enorme interesse suscitato. La misura ha riguardato commercianti, artigiani, botteghe, imprese di servizi e professionisti, che hanno proposto interventi per la nuova apertura e/o la riqualificazione dell’attività esistente nei centri storici, individuati da ciascun Comune. Il contributo regionale in regime de minimis va dal 50 al 70% della spesa massima, non oltre 150mila euro di contributo. L’importo minimo dei progetti è fissato a 10mila euro. Dai 35milioni stanziati inizialmente dalla Regione si è passati agli attuali 56,7 milioni. Complessivamente, nei 30 Comuni del ‘Cratere’ i progetti sin qui presentati sono stati 1.134, di cui 863 già finanziati con 51 milioni di euro, a sostegno interventi previsti del valore totale di 74 milioni.