(16 aprile) L’Emilia-Romagna dispone di imprese, start up, centri di ricerca, università, tecnopoli, già oggi impegnati su nuove soluzioni ai problemi posti dall’emergenza pandemica, primo fra tutti metterci in sicurezza da rischi di contagio. Non parliamo solo e tanto delle regole e dispositivi finalizzati alle prossime riaperture, ma dell’investimento di lungo periodo che andrebbe fatto su una vita libera dal virus e che possa anche far crescere una specifica filiera industriale e tecnologica con nuove prospettive di lavoro. Per questo ho sottoscritto la Risoluzione della collega PD Palma Costi che chiede alla Giunta regionale di promuovere progetti e ricerche per realizzare ambienti covid-free, a cominciare da quelli a fruizione pubblica come scuole e ospedali.

Siamo tutti consapevoli che il coronavirus non sarà scomparso dopo la vaccinazione di massa e che il rischio di altre future o diverse epidemie è concreto. Il cambiamento climatico e ambientale, la fragilità e mutevolezza del nostro mondo, rende necessario investire subito risorse umane ed economiche per progettare luoghi sicuri di aggregazione. Scuole e università, per le quali sviluppare già dal prossimo anno scolastico prototipi di aule con tecnologie e soluzioni, validate scientificamente, in grado di abbattere le cariche virali e batteriche in modo strutturale; ospedali, case della salute e ambulatori, residenze per anziani e disabili e ovviamente mezzi del trasporto collettivo, sono ambienti da mettere in sicurezza in via prioritaria e su cui concentrare le sperimentazioni. Senza dimenticare tutti i luoghi della cultura e della socialità.

La Regione Emilia-Romagna può avere un ruolo importante, in linea con gli obiettivi condivisi nel Patto per il lavoro e il clima, promuovendo, sostenendo e coordinando i migliori progetti nei settori sociali, sanitari e produttivi e di servizio. Con l’obiettivo di mettere a disposizione ambienti liberi dal contagio e avviare processi di industrializzazione al passo con i tempi.