Molte imprese agricole si trovano alle prese con una situazione estremamente difficile che si somma ai problemi dell’emergenza Covid e il Partito Democratico in Regione sta premendo per soluzioni eque a sostegno di questo comparto. Soluzioni sia immediate per contrastare le perdite e sostenere il reddito dei nostri agricoltori, sia di lungo periodo, per una vera resilienza rispetto al cambiamento climatico da garantire con le progettualità e risorse del Recovery Fund.

Ad esempio, le gelate di questo ultimo periodo hanno colpito in maniera pesante frutteti e coltivazioni, compromettendo le raccolte estive. Oltre al danno produttivo, si evidenzia un problema di rinnovo assicurativo poiché molti contratti già sottoscritti non risultavano ancora registrati al momento delle gelate e vi è, più in generale, un ricorso insufficiente alle assicurazioni da parte delle aziende. Noi mettiamo in campo diversi strumenti, a partire dalla piattaforma online che raccoglie tutte le segnalazioni delle imprese agricole e permette una ricognizione delle necessità sul territorio. Un bando regionale appena concluso ha messo a disposizione 4,2 milioni di euro di contributi alle imprese fino a un massimo del 70% dei costi per l’acquisto di materiali dedicati alla prevenzione dei danni da gelate: oltre alle 62 richieste ricevute, la Regione utilizzerà altre e aggiuntive risorse per mettere a disposizione i sistemi antibrina attraverso il Programma di sviluppo rurale 2021-2022.

Ma il PD e la Giunta stanno chiedendo al Governo interventi compensativi in deroga al decreto legislativo 102/2004 sul Fondo di solidarietà nazionale ed è in corso il confronto sulla proposta di riparto all’Emilia-Romagna fatta dal Ministero, per rendere subito disponibili i 20 milioni di euro ottenuti nel corso del 2020 (per sostegni alle imprese nelle emergenze e nei rischi) ed erogarli a chi ha avuto effettivamente i danni, con la stessa procedura semplificata che è stata applicata per i danni da cimice asiatica. Non solo. Il Governo dovrà sbloccare i 70 milioni che erano stati stanziati per calamità del 2019 e 2020 grazie alla legge di stabilità, risorse necessarie al progetto di rilancio per il comparto ortofrutta, che si dettaglia in sei assi strategici: ridurre i costi di produzione e a sostenere gli investimenti necessari per l’adattamento ai cambiamenti climatici; la ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica; l’attivazione di strumenti per la gestione del rischio con incentivi alle aziende per assicurarsi; l’incremento della sostenibilità lungo tutta la filiera; la riconversione varietale in funzione delle preferenze di gusto e della nuova domanda espressa dai consumatori; la promozione delle eccellenze regionali.

Al proposito, con atti di indirizzo e lavorando insieme alla Giunta abbiamo affrontato anche la difesa della salute attraverso salvaguardia delle produzioni agroalimentari di qualità, a cominciare dalle carni rosse e trasformate, dal vino e dal Parmigiano Reggiano. Su questo aspetto, l’Emilia-Romagna ha detto no all’etichettatura europea degli alimenti “Nutriscore”, che induce il consumatore a valutazioni sommarie e non reali sulla salubrità degli alimenti e di fatto mette sullo stesso piano le produzioni dop e di qualità della nostra dieta mediterranea a quelle di scarsa qualità a basso costo. Sì invece all’applicazione in Europa del sistema italiano di etichettatura “Nutrinform battery”, oggettivo rispetto gli alimenti e rispettoso del consumatore. Ogni strumento, compreso dunque il Piano europeo d’azione per la salute, dovrà contenere misure che valorizzino le migliori filiere di produzione agricola.

Infine. I lavoratori e lavoratrici dei campi e degli agriturismi – spesso precari o stagionali – non sono fra i destinatari del decreto legge ‘Sostegni’, nonostante il loro impegno abbia assicurato a tutti noi cibo sulle tavole, l’approvvigionamento di beni alimentari nei supermercati e per l’industria di trasformazione durante ogni fase della pandemia. Occorre rimediare in sede parlamentare senza indugio.