(9 marzo 2021) La battaglia contro il virus è ancora difficile, oggi come sapete la situazione si è fatta critica soprattutto a causa della variante inglese più diffusiva e contagiosa. In Assemblea legislativa abbiamo fatto il punto insieme al presidente Bonaccini e all’assessore Donini, che ci hanno aggiornato sui numeri e sull’impegno incessante della Sanità regionale per le persone, nessuna esclusa, che dietro a quei numeri stanno soffrendo. Una sofferenza che ci deve insegnare a correggere errori e sottovalutazioni del passato, a investire con determinazione nei servizi, nelle strutture, nelle professionalità essenziali, più vicine ai bisogni… nella Sanità pubblica, territoriale e universalistica. E nella ricerca.
Ad oggi in Emilia-Romagna i posti di terapia intensiva Covid risultano occupati al 90%, in una sola settimana abbiamo avuto 450 ricoveri in più nei reparti ospedalieri Covid ordinari. Si stanno potenziando i posti letto sia ordinari che intensivi (già aumentati questi ultimi del 70% in totale da inizio pandemia) e la Sanità accreditata è coinvolta pienamente nello sforzo. Per fronteggiare la situazione attuale delle strutture ospedaliere, dall’8 marzo e fino a quando lo scenario epidemiologico vedrà di nuovo numeri entro soglia, si è stati costretti a sospendere in tutte le Ausl le attività di ricovero programmate non urgenti e procrastinabili, mentre sono e saranno sempre garantite le urgenze.
Un ruolo fondamentale lo stanno svolgendo le USCA, le Unità speciali di continuità assistenziale formate da medici clinici e di famiglia, infermieri e specializzandi che assistono i malati non gravi al proprio domicilio. 85 quelle oggi operative, con 567 medici e 95 infermieri e Oss che eseguono tamponi, elettrocardiogrammi, ecografie polmonari, terapie farmacologiche, visite alle residenze anziani e triage telefonici. Abbiamo approvato una Risoluzione di maggioranza che impegna la Giunta sostenere ulteriormente le USCA, costruendo un percorso di loro integrazione stabile all’interno del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, con forme organizzative e contrattuali specifiche, in modo che questi presìdi assumano un ruolo sempre più strategico nell’assistenza territoriale del futuro. Il personale rappresenta come ovvio una risorsa essenziale che la Regione ha rafforzato dall’anno scorso con 8.834 nuove assunzioni, da Piacenza a Rimini, tra cui 1.488 medici, 4.598 infermieri, 1.715 operatori sociosanitari. Professionalità tutte da stabilizzare il prima possibile.
Poi, lo sappiamo, con ogni evidenza è la ricerca medica e scientifica – qui ed ora il vaccino anti Covid – la nostra vera arma per uscire dall’emergenza, per essere resilienti sempre. Anche le Regioni, a tutti i livelli, l’Emilia-Romagna con il presidente Bonaccini non stanno lasciando niente di intentato per aumentare le forniture. La campagna vaccinale prosegue sfruttando ogni dose disponibile e in arrivo. Da lunedì 15 marzo viene estesa la prenotazione alle persone con patologie croniche che le rendono più vulnerabili e alla cittadinanza tra i 75 e i 79 anni. Tutte le informazioni sono su https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/ ma sottolineo che a differenza delle altre fasce di popolazione, le persone con patologie gravi e croniche non dovranno prenotarsi: indipendentemente dall’età, saranno prese in carico direttamente dalle aziende sanitarie, che li contatteranno man mano che arrivano i vaccini.
L’Emilia-Romagna è pronta a passare dalle attuali 13-14.000 vaccinazioni giornaliere alle 45.000 vaccinazioni al giorno, l’organizzazione e il personale ci sono. Si sa, dipendiamo da un sistema europeo e nazionale che ha commesso degli errori, primo fra tutti quello di non aver garantito sinora contratti e forniture farmaceutiche all’altezza del bene comune. Perché il vaccino è un bene pubblico e comune, la sua equa e tempestiva distribuzione un dovere delle istituzioni che si dicono democratiche. Teniamo duro, massima prudenza e rispetto rigoroso delle regole, fino a quando sarà ascoltata la nostra voce per esigere ciò che è giusto oltre che necessario.
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