Un impegno forte e unitario per far cessare la tratta, la schiavitù sessuale e le indicibili violenze cui sono sottoposte le donne curde, unitamente alla promozione e consapevolezza diffusa, attraverso programmi di cittadinanza attiva ed educativi, della tutela e del rispetto dei diritti umani. Lo chiediamo in una Risoluzione presentata assieme al collega Pd Antonio Mumolo, con cui lanciamo un appello per un gruppo di diverse centinaia di donne e ragazze curde-siriane che, secondo la denuncia delle organizzazioni umanitarie, sono state portate in Libia “al seguito dei mercenari inviati da Ankara al fianco del governo di Tripoli”.

Dall’inizio della guerra civile siriana rapimenti, stupri, uccisioni e sparizioni delle donne curde, sia in Siria del nord che in Turchia, sono stati perpetrati dall’Isis e dai mercenari supportati dalla Turchia, mercenari che negli ultimi mesi sono stati trasferiti a migliaia in Libia per mezzo di navi turche e con loro le donne curde, rapite dalle loro case e vendute come schiave sessuali.

Considerato l’obbligo assoluto per gli Stati di prevenire e contrastare queste gravissime violazioni dei diritti umani, facciamo nostro l’allarme lanciato da diverse organizzazioni non governative sull’aumento del traffico di esseri umani, le cui vittime comprendono 12 milioni di bambine e bambini in tutto il mondo.

La risoluzione chiede anche il rilancio delle politiche di contrasto all’human trafficking attraverso “l’azione umanitaria, di cooperazione internazionale e promozione dei diritti fondamentali delle persone, delle donne e dei minori nel territorio dell’Unione europea e nelle zone del mondo dove sono violati, mantenendo alta l’attenzione in particolare sull’attuazione delle convenzioni Onu in materia ed in particolare la Convenzione europea di Istanbul per la prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, purtroppo messa a rischio da alcuni Stati appartenenti della UE.