(26 gennaio) La pandemia ha reso la quotidianità delle persone più complicata e difficile, ed è nostro dovere fare il possibile perché nessuno si senta ai margini. In Commissione Sanità abbiamo approfondito gli interventi in campo per le persone affette da disturbi dello spettro autistico, che si stimano pari all’1% della popolazione. In Emilia-Romagna sono ben oltre 4.000 le persone di minore età con disturbo delle spettro autistico in carico ai servizi.

Il Programma regionale integrato per l’assistenza territoriale (PRIA) 2016-2019 ha consentito fin qui di abbassare notevolmente l’età della prima diagnosi, a vantaggio della presa in carico precoce. Il numero di pazienti e assistiti è perciò in costante crescita da anni. Grazie anche ad uno stanziamento regionale di ulteriori 2 milioni di euro sul Programma, sia nel 2019 che nel 2020, è stato rafforzato il personale e l’efficienza nelle Strutture di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza delle Ausl, nei servizi di Salute mentale adulti e nei servizi per disabili adulti.

Resta fondamentale garantire non solo equità, tempestività e appropriatezza della diagnosi, ma una presa in carico e il trattamento delle persone durante tutto il loro percorso di vita, in stretto raccordo con le Associazioni dei familiari e i servizi territoriali, perseguendo un monitoraggio ed un ascolto costante necessari allo sviluppo tempestivo delle soluzioni migliori.

Si sta mettendo in campo uno sforzo maggiore per la formazione e l’inserimento lavorativo dei giovani adulti, attraverso la costruzione di percorsi dedicati, in collaborazione coi tavoli locali socio-sanitari di presidio. Alla base di tutto, solo un’azione sempre più coordinata tra sanità e servizi educativi e sociali, e un coinvolgimento puntuale degli enti locali e dell’ufficio scolastico regionale, consentirà di alleviare i problemi delle famiglie e migliorare la qualità, le prospettive di vita, delle persone con autismo.