(18 gennaio 2021) In tutto il mondo il femminicidio è una delle prime cause di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni, ben il 22% delle donne europee ha subito violenze dal proprio partner e il 55% molestie sessuali. Dei 91 femminicidi registrati in Italia nei primi 10 mesi del 2020, 81 sono stati commessi nel contesto familiare. E non vi possono essere dubbi sul prezzo ulteriore pagato dalle donne a causa dei lockdown in tempo di pandemia, né sulla attenzione prioritaria che il tema merita da parte della politica e delle istituzioni tutte, in uno sforzo strategico congiunto.

Grazie a interventi legislativi più efficaci, a movimenti culturali e iniziative politiche volte ad una assunzione di responsabilità collettiva, oggi è maturato in Europa e in Italia un approccio molto più ampio, multilivello e integrato per la prevenzione e contrasto della violenza di genere, che da molti anni si consuma tra le pareti domestiche per oltre l’80% . Un approccio necessario, che soltanto l’alleanza tra istituzioni e tra queste e la società, può tradurre in un miglioramento non solo delle statistiche, ma delle condizioni concrete di vita delle persone. Il Consiglio regionale della Basilicata, grazie in particolare all’impulso della Commissione pari opportunità guidata da Margherita Perretti, sta attivando sul proprio territorio una rete di presìdi istituzionali, educativi e sociali che consentirà di potenziare la strategia per la parità, interrompendo spirali discriminatorie. Questo l’impegno raccontato, con respiro nazionale, in occasione del confronto in diretta Fb dal titolo “Stato, Regione Università: una rete contro la violenza”, cui ho preso parte come coordinatrice delle Commissione PPOO di Regioni e Province Autonome e a cui sono intervenute, tra gli altri, la prorettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, e la presidente della Commissione di inchiesta parlamentare sui femminicidi, Valeria Valente.

La Regione Emilia-Romagna ha dato e sta dando un contributo sul piano nazionale alla strategia di attuazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica ratificata con legge nel 2013. Ho ricordato l’iter della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere 6/2014 per sottolineare un metodo di partecipazione che diventa sostanza, in termini di coinvolgimento dei Centri antiviolenza e dei servizi per il trattamento e la responsabilizzazione degli uomini violenti, di coinvolgimento attivo di tutti i soggetti preposti istituzionali, associativi, pubblici e privati. Le Commissioni pari opportunità regionali hanno davvero una funzione determinante, per intercettare le priorità concrete, per progredire e colmare gradualmente tutti i gap lavorativi, occupazionali e culturali, che alimentano discriminazioni e violenze contro le donne.

Il Fondo per l’imprenditoria femminile e il Women New Deal, costituito con il Bilancio di previsione 2021-2023, è un punto di caduta della politica intessuta con determinazione negli ultimi anni che, soprattutto, avvierà in Emilia-Romagna una stagione di protagonismo femminile a beneficio della ripartenza post Covid. Le esperienze territoriali, le buone prassi aziendali di welfare conciliativo e presa in carico delle vittime di violenza, unitamente a battaglie che continuano nelle sedi istituzionali per migliorare norme e strumenti di prevenzione, sono un’arma potente.. purché condivisa.