Da lunedì 18 gennaio le scuole superiori dell’Emilia-Romagna hanno ripreso le lezioni in presenza al 50%. La Regione era pronta già dal 7 gennaio, quando però l’andamento epidemiologico aveva spinto la Giunta a rinviare l’avvio della didattica in aula nelle scuole secondarie di secondo grado, garantendo comunque la regolare ripartenza per materne, elementari e medie.
Ad oggi, la frequenza nelle aule è garantita fino al 6 febbraio, sempre guardando al numero e incidenza dei contagi.
Dopo il pronunciamento del Tribunale amministrativo che ha sospeso l’ordinanza regionale che, appunto per motivi di sicurezza sanitaria, rinviava al 25 gennaio l’avvio della didattica in aula per gli istituti superiori, il presidente Bonaccini ha rispettato come ovvio la sentenza, evidenziando che non ci sarebbero stati problemi organizzativi: per la sicurezza sui mezzi pubblici si era lavorato per tempo, assieme a Comuni e Province, Ufficio scolastico regionale, sindacati, Aziende di trasporto pubblico locale e Prefetture, per mettere a punto un piano regionale condiviso, basato sul potenziamento dei trasporti con oltre 550 bus aggiuntivi.
Per il resto, l’Emilia-Romagna è stata la prima in Italia ad avviare una campagna massiccia a favore della sicurezza della scuola, da ottobre con test sierologici e adesso con i tamponi rapidi gratuiti direttamente in farmacia per tutto il personale scolastico, studenti, famigliari e nonni anche non conviventi. Che potranno essere fatti non più ogni 30, ma ogni 15 giorni. Formalizzata inoltre la richiesta al Governo di inserire il personale scolastico fra le categorie professionali più esposte a cui fare il vaccino anti-Covid nella seconda fase di somministrazioni.
E’ evidente il disagio profondo accumulato da studenti e genitori, che meritano di avere almeno maggiore chiarezza. Ancora oggi ci sono regioni che in zona gialla hanno addirittura chiuso le elementari e altre in zona arancione che sono ripartite in presenza con le superiori, in forza di sentenze dei Tribunali amministrativi, una diversa dall’altra. La scuola è un bene comune e un servizio pubblico universalistico che richiederebbe una gestione meno frammentaria. Mentre tanti studenti e studentesse in tutta Italia stanno manifestando per tornare sui banchi in sicurezza, l’ultima cosa che serve è far diventare la scuola un campo di battaglia e di scontro.
L’Assessora all’istruzione Paola Salomoni sottopone con regolarità all’Assemblea l’andamento della situazione, in particolare per quanto riguarda i trasporti: monitoraggio giornaliero sui mezzi e per evitare assembramenti, incremento in corso degli steward davanti alle fermate degli autobus, il tutto basato sulle segnalazioni dei servizi territoriali, che ad oggi non hanno rilevato problemi seri. Non vi è dubbio che occorra un’attenzione costante da parte di tutti per migliorare il sistema.
Nel frattempo prosegue la nostra politica “ordinaria”. Offerta diversificata di opportunità educative, formative e orientative, percorsi personalizzati per fare emergere propensioni e attitudini di ragazzi e ragazze, sviluppare i loro talenti e contrastare le povertà educative che con la pandemia si sono acuite; risorse certe per sostenere gli studenti nel diritto allo studio, con contributi per l’acquisto dei libri di testo, strumentazioni informatiche e connettività. Queste le linee d’azione su cui ha continuato a muoversi la Regione, anche per abbattere la dispersione scolastica, che in Emilia-Romagna è oggi intorno all’11%, di 2,5 punti percentuali sotto la media nazionale.
Per quanto riguarda l’Istruzione e Formazione Professionale IeFP e il sostegno necessario a far sì che tutti i ragazzi e le ragazze acquisiscano almeno una qualifica professionale, anche grazie a percorsi personalizzati, l’investimento annuo è di oltre 50 milioni di euro; nel 2020 sono stati 39.738 gli studenti beneficiari di contributi per i libri di testo e 15.881 le borse di studio concesse, per un investimento complessivo nel diritto allo studio di oltre 9,8 milioni. Dal 2019 è attivo un piano triennale da 12 milioni per l’orientamento e la promozione del successo formativo; oltre 1,6 milioni annui è destinato all’arricchimento dell’offerta educativa dei giovani in ambito musicale. Senza dimenticare l’investimento nell’ultimo triennio di 18 milioni per sostenere l’accesso all’offerta dei centri estivi.
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