(14 gennaio) Grazie alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Garavini, che in collaborazione con A.N.C.I. Emilia-Romagna, ha promosso un nuovo report sulla povertà minorile con un’analisi articolata e indicatori significativi sulla condizione minorile regionale.

Se nel 2019 si registrava un calo generale della povertà almeno nel Nord, purtroppo la pandemia ci riporta tutti indietro con rischio di scivolamento verticale, assolutamente da evitare. Secondo gli ultimi dati Istat il 64% delle famiglie non riesce a risparmiare e il 31,2% non riesce a far fronte alle spese impreviste. Il 5,4% delle famiglie in regione vive in una situazione di povertà relativa; il 15,8% delle persone minorenni vive a rischio povertà, il 4,6% in famiglie dove subiscono una grave deprivazione materiale.

La Garante ha siglato un accordo con l’Anci regionale per intercettare e aggredire meglio le situazioni. Intervenuta in rappresentanza dell’associazione dei Comuni, la sindaca di Correggio Ilenia Malavasi ha sottolineato l’importanza del percorso con gli enti locali, e di investimenti in bilancio su politiche sociali, educative, sportive che costruiscano soluzioni adeguate alla crisi. Non vi è dubbio che la multidimensionalità del fenomeno esiga politiche ed azioni integrate per poter agire in modo efficace nella realizzazione dell’uguaglianza sostanziale di cui all’art. 3 della Costituzione ancora incompiuta.

La povertà materiale, immateriale, educativa dei minori implica insomma un impegno complesso e collettivo, che superi la dichiarazione d’intenti e soprattutto la tentazione di filtrare i loro bisogni con le lenti degli adulti. La stessa adesione della Regione, nel 2018, alla Carta dei diritti delle bambine di Fidapa international, è declinazione di un investimento forte che si basa sulla soggettività dei minori e sulla necessità di costruire solide infrastrutture sociali e servizi di comunità senza i quali la comunità educante non può farsi carico efficacemente dei bisogni e diritti dell’infanzia.