(Bologna, 22 dicembre) Ecco il mio intervento in Aula durante la sessione di Bilancio della Regione Emilia-Romagna.

«Mi preme sottolineare un aspetto particolarmente innovativo che si evidenzia dall’esame congiunto degli atti in discussione. L’impostazione integrata per la Parità e contro le discriminazioni di genere che ci siamo dati con la legge quadro regionale 6 del 2014 si sta oggi evidenziando nel Bilancio di previsione e nella programmazione economico finanziaria per gli anni a venire. Con gli atti in approvazione stiamo ponendo, infatti, le fondamenta di una stagione davvero inedita, come ci è richiesto dalla crisi pandemica che stiamo attraversando. Una stagione nella quale le istituzioni rinnovano e assumono pienamente la responsabilità di interventi e investimenti mirati a contrastare le disuguaglianze e a colmare gradualmente i tanti gap che emarginano, in particolare, il protagonismo delle donne e il loro contributo allo sviluppo. A tale ingiustizia e arretratezza, contrapponiamo una visione sistemica di progresso e di società inclusiva, capace di valorizzare il ruolo, il sapere, il lavoro, le professionalità femminili che nell’emergenza del Covid abbiamo riscoperto essere essenziali per fronteggiarla e per superarla. L’approccio mainstreaming, strutturale e integrato andrà declinato nei programmi di contrasto alla povertà e al disagio sociale e in quelli per “l’incentivazione e qualificazione dell’occupazione femminile per contrastare le situazioni di degrado delle condizioni e della qualità del lavoro”, come cita espressamente il Documento di Economia e Finanza regionale 2021.

Lo abbiamo chiamato WOMEN NEW DEAL, ovvero un piano integrato di azioni economiche, sociali e culturali per la promozione del protagonismo femminile in tutti i settori quale fattore di modernizzazione della società. Un piano di interventi ove siano centrali sia progetti di empowerment occupazionale e lavorativo delle donne adeguati a colmare i radicati gender gap che frenano equità e crescita, sia il potenziamento e l’innovazione di infrastrutture sociali atte ad offrire alle donne servizi pervasivi di conciliazione tra vita-lavoro-cura. Da visione e proposta politica, il WND, come sa fare l’Emilia-Romagna, è diventato obiettivo di mandato della Giunta e impegno concreto condiviso con gli Enti locali, le scuole e Università, il mondo dell’impresa e sindacale, delle professioni, delle associazioni e del Terzo settore nel nuovo Patto per il Lavoro e il Clima.

Visione sistemica, dicevo, a partire dal Defr, dal Bilancio 2021, dal Patto per il Lavoro e il Clima … non solo per scongiurare il rischio che le diseguaglianze di genere acuite dalla crisi diventino irreversibili, ma anche e soprattutto per avviare interventi strategici a favore dell’occupabilità e di un’occupazione femminile di qualità che si consolidi nel tempo e che contribuisca all’aumento del PIL, ma soprattutto del Benessere Interno Lordo.

In questo senso la costituzione e l’implementazione di un “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e Women New Deal” andrà ad incidere positivamente in una realtà che vede oggi una perdita di imprese femminili (-510 unità al 30/9/20) nel commercio al dettaglio, ristorazione, agricoltura, moda.

Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: dalla crisi più devastante dal dopoguerra o si esce insieme o non se ne esce. Insieme donne e uomini, insieme forze produttive e sociali, insieme territori centrali e periferici, insieme istituzioni democratiche del Paese e dell’Unione. La posta in gioco va colta sotto ogni profilo, aspetto e strumento, a partire dal Piano di Next Generation EU.

Dopo il via libera dal Parlamento europeo al Quadro finanziario pluriennale e al sostegno del Recovery Fund sin dall’inizio del 2021, non ci sono più ostacoli. Ora sta a tutti e tutte noi. La Regione Emilia-Romagna, dalla solida vocazione europeista e dalla comprovata capacità di attrazione, gestione e spesa dei fondi europei, ha le carte in regola per progettare il futuro con una cultura del cambiamento proattiva e inclusiva; per una ricostruzione partecipata che metta al centro le persone, l’equità, il lavoro, la sanità pubblica, la lotta alle disuguaglianze nell’ambito della necessaria svolta ecologica, della digitalizzazione e dell’innovazione.

La Regione Emilia-Romagna farà la sua parte, anche nella definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, partecipando nel merito delle progettualità e proponendo il proprio metodo integrato oltre che inclusivo. Tutto ciò, appunto, in una connessione stretta con gli obiettivi, gli strumenti e le risorse europee per una Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale.

Ci vuole coraggio, determinazione, forza per sfidare l’oggi e traguardare il domani, ma soprattutto bisogna essere “Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo … perché lì c’è verità” [Alda Merini].

Grazie.»