(13 novembre 2020) Il Centro Studi Cultura di Ferrara, in collaborazione con Cgil-Cisl-Uil e UDI, ha promosso un ciclo di incontri in occasione della Giornata Internazionale del 25 novembre per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ringrazio in particolare Annalisa Ferrari per l’invito ad approfondire la strategia paritaria e antidiscriminatoria in Emilia-Romagna, assieme a donne delle istituzioni, delle professioni e dell’associazionismo che hanno contribuito alla stesura dell’Annuario di CdS dedicato al Goal 5 “Eguaglianza di Genere” di Agenda 2030 ONU per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. Un bell’esempio di sorellanza e di responsabilità messa in campo, ognuna per il suo ruolo, con il fine di un progresso condiviso.

La violenza di genere è una violazione dei diritti umani: gli stereotipi, le superficialità e leggerezze con cui il tema viene ancora oggi rappresentato, vanno superate una volta per tutte. La violenza contro le donne, compresa quella psicologica ed economica, è un problema profondo, trasversale alla società e, in quanto tale, va affrontato in modo pervasivo e “implacabile”. Dobbiamo usare tutti gli strumenti che le normative ci consegnano per rendere esigibili i diritti, per attuare l’eguaglianza sostanziale sancita prima di tutto dalla nostra Costituzione.

Abbiamo chiamato Women New Deal questa strategia capace di incidere in ogni ambito, indispensabile a trasformare la società nel suo complesso per uscire rafforzati dal periodo di crisi pandemica che stiamo attraversando. Il prezzo pagato dalle donne è più alto nel lavoro, nelle responsabilità di cura, nella quotidianità di professioni sistemiche essenziali dove le donne sono protagoniste non tutelate, né valorizzate quanto dovrebbero. Il gender pay gap, la precarietà occupazionale e la mancanza di autonomia economica che ancora oggi grava su tante donne nel nostro Paese sono all’origine di quei vicoli ciechi che impediscono di uscire da situazioni drammatiche di violenza domestica; e costituiscono un deficit di sviluppo tale da rallentare, persino impedire, ogni ripresa.

Stiamo assistendo in questi mesi ad una deriva per le donne inaccettabile, che va combattuta subito affinché non diventi arretramento strutturale. In Emilia-Romagna il Patto per il lavoro e per il clima è un primo step su cui impegnare i soggetti istituzionali, sociali ed economici attorno agli obiettivi di equità e contro le discriminazioni di genere. Sostegni dedicati all’accesso al credito e all’imprenditoria femminile, alla carriera e alle opportunità delle lavoratrici nelle imprese, alla formazione avanzata per una effettiva occupabilità, infrastrutture sociali per la conciliazione, per l’autonomia e per l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità: questi sono tra gli interventi necessari su cui impegnare le risorse presenti e future del Ricovery Fund, su cui declinare la buona politica.

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