(Bologna, 8 ottobre 2020) Il parere espresso dalla Commissione Parità e diritti delle persone sul programma di lavoro della Commissione Europea completa, con puntuali proposte antidiscriminatorie e di rafforzamento dei diritti femminili, gli indirizzi alla Giunta sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche della UE.

Il dramma della pandemia ha acuito ovunque le diseguaglianze di genere, approfondito distanze strutturali che da oggi, usando bene gli strumenti e le risorse dell’Europa, potremo colmare. Molta parte della progettualità richiesta al Paese, con il contributo delle Regioni, dovrà essere dedicata ad un obiettivo strategico per l’intera società: colmare il divario esistente tra lavoro maschile e femminile in termini di qualità, stabilità, reddito, carriera, potere decisionale. Il nuovo Patto regionale per il lavoro e per il clima, in via di definizione, rappresenta a sua volta uno strumento e un’occasione imperdibile di coordinare competenze, risorse e interventi su obiettivi di crescita inclusiva e sostenibilità ambientale, in coerenza con Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. Per questo e con questo orizzonte parliamo di Women New Deal.

Con riferimento dunque alle pari opportunità, il nuovo Patto regionale dovrà unire società e istituzioni sul contrasto ad ogni forma di discriminazione, a partire da quelle di genere, orientamento sessuale, appartenenza etnica o religiosa, per promuovere la piena parità di accesso e di condizioni nel lavoro e contrastare le differenze retributive, sfruttando allo scopo, da subito, i Fondi strutturali per lo sviluppo di politiche attive (eque) del lavoro. In tutto ciò è indubbia l’importanza dei dati e delle analisi specifiche dei bisogni, per essere certi che le nostre politiche vadano incontro alle esigenze delle persone. Monitoraggi e rilevazioni continue saranno di supporto ad una strategia integrata per la parità tra donne e uomini che non può tardare oltre.