(30 settembre 2020) D’ora in poi, in Emilia-Romagna le persone con disforia di genere potranno ricevere gratuitamente le terapie ormonali adeguate sotto stretto controllo del Servizio sanitario regionale; i farmaci verranno erogati direttamente dalle farmacie ospedaliere. Lo ha deliberato la Giunta nel corso dell’ultima seduta, applicando una norma della legge regionale 15/2019 in tema di salute.
Una buona notizia, l’atto di buon governo di una Regione che si fa carico di una iniquità del sistema e sta dalla parte di chi la subisce. In attesa che queste terapie, necessarie alle persone in transizione che abbiano o meno fatto ricorso all’intervento chirurgico, siano rese accessibili a livello nazionale, tutte le altre Regioni possono nel frattempo assumere un’analoga iniziativa.
Per attuare la legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere si è partiti giustamente con l’applicazione dell’art. 5 “Interventi in materia socio-assistenziale e socio-sanitaria”, perché prima di tutto viene il diritto universale alla salute. Vanno tutelati anche i percorsi difficili, che spesso vengono stigmatizzati, come dimostra chi, alla notizia della delibera di giunta, oggi polemizza e specula sulla salute delle persone per inseguire il proprio tornaconto politico: il provvedimento certo non va ad inficiare l’impegno della Regione nel contrasto alla pandemia Covid e sui vaccini. Stiamo dimostrando e dimostreremo che la nostra non è una legge ‘manifesto’ benché ispirata a valori alti di inclusione, ma è una legge che apre opportunità concrete di miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
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